E, tra tante cose, ci sono poi quelle persone e quegli angoli di vita che ti porterai sempre dietro, e che non la finiranno mai di strapparti sorrisi.
Domenica, ore 21, destinazione Parma, e un treno quasi completamente vuoto. In quel vagone soltanto due ragazzi ed io, totalmente assorta in pensieri che si dissolvevano attraverso un panorama illuminato solo a metà. Poi così dal niente o meglio per una banale informazione sul tragitto, ho iniziato a parlare con uno di loro, ed ecco che il viaggio si è trasformato in un qualcosa di molto più piacevole e addirittura breve. Una volta scesi a destinazione, lui diretto poi verso Sud, io a qualche fermata da lì, abbiamo deciso di accompagnarci a vicenda a prendere qualcosa da mangiare e a comprare le sigarette. Così, come se ci conoscessimo da una vita. Senza secondi fini, senza troppe parole nè spiegazioni. Semplicemente perchè ci andava. Semplicemente, perchè in quello stesso momento, il caso aveva voluto che ci ritrovassimo soli, in quell'angolino di mondo. Poco dopo ci siamo avviati verso il mio binario. Il treno è arrivato puntuale e si è fermato qualche metro avanti a me. Ho preso così il mio borsone e ho iniziato a correre, ma prima non ho potuto fare a meno di voltarmi un'ultima volta verso quel veloce compagno di viaggio. Ci siamo sorrisi, salutati con un cenno della mano e prima che si allontanasse, gli ho gridato un grazie e dentro di me, un addio.
Questo, uno di quei momenti che mi accompagnerà ogni volta che con la mente tornerò a quella notte di un fine Dicembre qualunque. Del resto, capitano cose belle proprio quando non lo diresti mai.
lunedì 27 dicembre 2010
domenica 26 dicembre 2010
Curiosi di professione
Oh, io sono un mezzo fallito. Il poco che so lo devo al mio professore, Albert Sorel.
“Cosa vuol diventare?”, mi domandò.
“Diplomatico.”
“Ha una grossa fortuna?” “No.”
“Può con qualche apparenza di legittimità aggiungere al suo cognome un nome celebre?” “No.”
“E allora rinunci alla diplomazia.”
“Ma allora cosa posso fare?”
“Il curioso.” “Non è un mestiere.”
“Non è ancora un mestiere. Viaggi, scriva, traduca, impari a vivere dovunque, e cominci subito. L’avvenire è dei curiosi di professione.”
(Jules e Jim - Francois Truffaut)
“Cosa vuol diventare?”, mi domandò.
“Diplomatico.”
“Ha una grossa fortuna?” “No.”
“Può con qualche apparenza di legittimità aggiungere al suo cognome un nome celebre?” “No.”
“E allora rinunci alla diplomazia.”
“Ma allora cosa posso fare?”
“Il curioso.” “Non è un mestiere.”
“Non è ancora un mestiere. Viaggi, scriva, traduca, impari a vivere dovunque, e cominci subito. L’avvenire è dei curiosi di professione.”
(Jules e Jim - Francois Truffaut)
domenica 19 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
Le sorti diverse che si mischiano nel sangue
"Quelli come te, che hanno due sangui diversi nelle vene, non trovano mai riposo né contentezza; e mentre sono là, vorrebbero trovarsi qua, e appena tornati qua, subito hanno voglia di scappar via. Tu te ne andrai da un luogo all’altro, come se fuggissi di prigione, o corressi in cerca di qualcuno; ma in realtà inseguirai soltanto le sorti diverse che si mischiano nel tuo sangue, perché il tuo sangue è come un animale doppio, è come un cavallo grifone, come una sirena. E potrai anche trovare qualche compagnia di tuo gusto, fra tanta gente che s’incontra al mondo; però, molto spesso, te ne starai solo. Un sangue-misto di rado si trova contento in compagnia: c’è sempre qualcosa che gli fa ombra, ma in realtà è lui che si fa ombra da se stesso, come il ladro e il tesoro, che si fanno ombra uno con l’altro."
(Elsa Morante - L’isola di Arturo)
Quanta verità in poche parole.
(Elsa Morante - L’isola di Arturo)
Quanta verità in poche parole.
martedì 30 novembre 2010
Trascinata via
Cadeva un pò di neve mentre ero seduta nel bar della stazione di Bologna, qualche giorno fa. Una tazza di caffè tra le mani intanto che la gente mi scorreva davanti incessantemente. Ogni tanto buttavo lo sguardo sul borsone lasciato all'entrata, ma ancora più spesso ripensavo alla sera prima. Alle sensazioni incastrate nella pelle, nelle vene, in circolo in ogni angolo del corpo. Alle parole, alle mani che, come in una sorta di danza, non potevano fare a meno di sfiorarsi, alla piazza innevata e deserta ma piena di qualcos'altro. E, totalmente immersa in quella sensazione di infinita bellezza, sono riuscita ad accorgermi che era arrivato il mio treno appena in tempo. Una corsa e un ultimo sorriso dietro a quel finestrino appannato che veniva trascinato via insieme a me.
martedì 23 novembre 2010
In volo
In volo. Se c'è un'immagine ricorrente nella mia mente è quella di me in volo. Una piccola valigia, il mio cappotto nero e un misto di eccitazione e bisogno di dispersione nella testa. Immagino l'hostess di turno che mi chiede se ho voglia di qualcosa da bere. Rispondo un caffè. Ho bisogno di rimanere vigile. Vigile per non perdermi niente di quel passo in avanti. Per poi tornare magari, tra qualche anno, a percorrere la solita via fiorita, a ritrovarmi di fronte al grande portone e ad arruffare in borsa in cerca delle chiavi. Le chiavi di una vita passata ma, forse, ritrovata.
Metto le cuffie, Sweet ballad.. e un arrivederci.
Metto le cuffie, Sweet ballad.. e un arrivederci.
sabato 20 novembre 2010
martedì 16 novembre 2010
All Along The Watchtower
Cristo! come eravamo ridicoli
io e il Nuvola mentre seguivamo
il furgone mortuario del Comune
…ti saresti divertita, cazzo!…
noi sulla circonvallazione
a cambiare la candela sporca
e la tua bara grigio topo gettata
nel cimitero di Prima Porta
…ti saresti divertita, cazzo! …
così come ti divertivi da sballo
a fare l’autostop sulla Colombo
per rubare una giornata alla
disperazione
e sbatterla sulla spiaggia di
Capocotta….
…io e te…confusi tra gli altri
che lanciavano la loro allegria
sugli asciugamani colorati della
fantasia
…io e te…la sera nel vagone
del treno…
ad assaporarci il sale sulle labbra,
a scandalizzare quelle facce
di cartapesta imbolsite dal sopore,
…io e te…ad inventare equilibrismi
sulla corda tesa del pudore ma…
con la mente già chiusi in
quella stanza.
Che assurdità quel grattacielo
di morti murati dietro quei marmi
di fiori appassiti e nomi dimenticati.
Ti lasciammo tra i crisantemi gialli
rubati ad un disgraziato tuo vicino
e l’odore di cera e fiori marciti…
andammo via tirando calci ad
una Pepsi
e cantando All along the watch
tower…
cantavamo forte per non piangere,
forse,
..io non ho pianto…ma,…
una volta tornato in quella stanza,
ho passato la notte alla finestra,
tutta la notte a guardare
il fumo leggero della Marlboro
che mi bruciava gli occhi
e lo scorrere lento dei vagoni.
(P. Welby - All Along The Watchtower
dalla raccolta - Natiche Sadiche)
io e il Nuvola mentre seguivamo
il furgone mortuario del Comune
…ti saresti divertita, cazzo!…
noi sulla circonvallazione
a cambiare la candela sporca
e la tua bara grigio topo gettata
nel cimitero di Prima Porta
…ti saresti divertita, cazzo! …
così come ti divertivi da sballo
a fare l’autostop sulla Colombo
per rubare una giornata alla
disperazione
e sbatterla sulla spiaggia di
Capocotta….
…io e te…confusi tra gli altri
che lanciavano la loro allegria
sugli asciugamani colorati della
fantasia
…io e te…la sera nel vagone
del treno…
ad assaporarci il sale sulle labbra,
a scandalizzare quelle facce
di cartapesta imbolsite dal sopore,
…io e te…ad inventare equilibrismi
sulla corda tesa del pudore ma…
con la mente già chiusi in
quella stanza.
Che assurdità quel grattacielo
di morti murati dietro quei marmi
di fiori appassiti e nomi dimenticati.
Ti lasciammo tra i crisantemi gialli
rubati ad un disgraziato tuo vicino
e l’odore di cera e fiori marciti…
andammo via tirando calci ad
una Pepsi
e cantando All along the watch
tower…
cantavamo forte per non piangere,
forse,
..io non ho pianto…ma,…
una volta tornato in quella stanza,
ho passato la notte alla finestra,
tutta la notte a guardare
il fumo leggero della Marlboro
che mi bruciava gli occhi
e lo scorrere lento dei vagoni.
(P. Welby - All Along The Watchtower
dalla raccolta - Natiche Sadiche)
Novembre
Novembre.
Cammino tra i binari di una stazione come tante. In lontananza le prime luci natalizie. Mi perdo tra la loro luminosità e quella di tutto ciò che ho intorno, ancora più accecante. Qualcuno che parte, qualcun'altro appena arrivato. Chi si incrocia distrattamente, chi si incontra dopo chissà quanto tempo, chi saluta, chi usa quella vecchia stazione esclusivamente come rifugio per la notte e chi vaga senza meta.
Prendo il mio borsone e lo tiro un po' più su, sulle spalle. Cammino, non troppo veloce.. un pò dubbiosa, senza emozioni, quasi dispersa. Vorrei incrociarti, tra questa moltitudine. Vorrei far svanire questo senso di tranquillità quasi eccessiva che mi attanaglia e quasi non mi fa respirare. Ma non ci sei, non ancora almeno.
Lou Reed - Make up e smetto di pensarci e salgo sul mio treno.
Torino. Qualche settimana fa.
Cammino tra i binari di una stazione come tante. In lontananza le prime luci natalizie. Mi perdo tra la loro luminosità e quella di tutto ciò che ho intorno, ancora più accecante. Qualcuno che parte, qualcun'altro appena arrivato. Chi si incrocia distrattamente, chi si incontra dopo chissà quanto tempo, chi saluta, chi usa quella vecchia stazione esclusivamente come rifugio per la notte e chi vaga senza meta.
Prendo il mio borsone e lo tiro un po' più su, sulle spalle. Cammino, non troppo veloce.. un pò dubbiosa, senza emozioni, quasi dispersa. Vorrei incrociarti, tra questa moltitudine. Vorrei far svanire questo senso di tranquillità quasi eccessiva che mi attanaglia e quasi non mi fa respirare. Ma non ci sei, non ancora almeno.
Lou Reed - Make up e smetto di pensarci e salgo sul mio treno.
Torino. Qualche settimana fa.
martedì 9 novembre 2010
So many foreign roads
Narrator:
(So apropos:
Saw death on a sunny snow)
Him:
"For every life..."
Her:
"Forego the parable."
Him:
"Seek the light."
Her:
"...My knees are cold."
(Running home, running home, running home, running home...)
Her:
"Go find another lover;
To bring a... to string along!"
"With all your lies,
You're still very lovable."
"I toured the light; so many foreign roads for Emma, forever ago."
(For Emma - Bon Iver)
lunedì 8 novembre 2010
Notti di luci e di lucciole
venerdì 5 novembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
A night in the rain
Scendeva una pioggia leggera qualche sera fa, ed io mi trovavo ai bordi di una piccola collina, con i piedi immersi nell'erba, l'ultima sigaretta che si consumava tra le dita e infinite piccole luci che si stagliavano sotto di me fino alla cornice disegnata dalle onde del mare. Lontano, terribilmente lontano.. dove solo l'immaginazione era in grado di arrivare. E intanto, questa canzone che non la smetteva di riecheggiare nei sottofondi dell'anima.
"But you don't ask for no diamond rings,
No delicate string of pearls,
That's why I wrote this song to sing,
My beautiful girl"
(The Girl - City and Colours)
"But you don't ask for no diamond rings,
No delicate string of pearls,
That's why I wrote this song to sing,
My beautiful girl"
(The Girl - City and Colours)
martedì 2 novembre 2010
domenica 31 ottobre 2010
venerdì 29 ottobre 2010
We're restless hearted
A volte certe canzoni le senti pulsare nelle vene.
Tell her I'll be waiting
In the usual place
With the tired and weary
And there's no escape
To need a woman
You've got to know
How the strong get weak
And the rich get poor
You're running with me
Don't touch the ground
We're restless hearted
Not the chained and bound
The sky is burning
A sea of flame
Though your world is changing
I will be the same
The storm is breaking
Or so it seems
We're too young to reason
Too grown up to dream
Now spring is turning
Your face to mine
I can hear your laughter
I can see your smile
No-I can't escape
I'm a slave to love
(Bryan Ferry - Slave to love)
Tell her I'll be waiting
In the usual place
With the tired and weary
And there's no escape
To need a woman
You've got to know
How the strong get weak
And the rich get poor
You're running with me
Don't touch the ground
We're restless hearted
Not the chained and bound
The sky is burning
A sea of flame
Though your world is changing
I will be the same
The storm is breaking
Or so it seems
We're too young to reason
Too grown up to dream
Now spring is turning
Your face to mine
I can hear your laughter
I can see your smile
No-I can't escape
I'm a slave to love
(Bryan Ferry - Slave to love)
domenica 24 ottobre 2010
giovedì 21 ottobre 2010
Bisogna crescere
Scorrono gli anni, le domande, qualche risposta accompagnata da facce che vengono e se ne vanno. Parole dette, strozzate, urlate, magari immaginate ma mai espresse.
Sono le sei di un classico pomeriggio autunnale; lego la mia bici ad un vecchio lampione. L'aria è avvolta da una luce pallida, quasi tremante. Decido di camminare per un pò mentre stringo la sciarpa intorno al collo e calibro pensieri sfuggenti. E torno, così, a ripetermi che è ora di crescere. E di non voltarsi indietro. Sulle candeline di una parte di vita ho soffiato già da un po'.
Sono le sei di un classico pomeriggio autunnale; lego la mia bici ad un vecchio lampione. L'aria è avvolta da una luce pallida, quasi tremante. Decido di camminare per un pò mentre stringo la sciarpa intorno al collo e calibro pensieri sfuggenti. E torno, così, a ripetermi che è ora di crescere. E di non voltarsi indietro. Sulle candeline di una parte di vita ho soffiato già da un po'.
martedì 5 ottobre 2010
Quando certe canzoni sanno parlare meglio di te...
Bad day, looking for a way,home, looking for the great escape.
Gets in his car and drives away,
far from all the things that we are.
Puts on a smile and breathes it inand breathes it out,
he says,bye bye bye to all of the noise.
Oh, he says, bye bye bye to all of the noise.
Doo doo doo doo doo noo noo
Doo doo doo doo doo noo noo noo noo
Doo doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo doo noo noo noo
Hey child, things are looking down.
That’s okay, you don’t need to win anyways.
Don’t be afraid, just eat up all the grayand it will fade all away.
Don’t let yourself fall down.
Doo doo doo doo doo noo noo
Doo doo doo doo doo noo noo noo noo
Doo doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo doo noo noo noo
Bad day, looking for the great escape.
He says, bad day, looking for the great escape.
On a bad day, looking for the great escape.
(Patrick Watson - The great Escape)
martedì 28 settembre 2010
I was stranded alone, in my southwest dream
Me ne vado, con la sensazione dei tuoi capelli incastrata tra le dita.
E' una tiepida mattina autunnale questa in cui ci salutiamo. Ti guardo, mi guardi e rimaniamo immobili a fissarci per un po'; anche se in fondo, a pensarci bene, da quanto entrambi ci aspettavamo questo momento.
Con la mente torno, così, a quell'ultimo istante di felicità insieme. Ti sorrido, nascondo le lacrime ed esco dalla macchina. Vorrei ricordarti così. Con il tuo immancabile sorriso. Abbracciati per quelle vie deserte, ignari di tutto, avvolti soltanto da quella spensieratezza e leggerezza che oramai non torna più.
When I was
A little baby
A mama's boy
No one could save me
From those kids at school
They would bully
They would tease
They would taunt me
Haunt me
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
Fear
I grew up so scared
The bible belt
Redneck lifestyle
One day I'll fly free
In the airplane
"Where's my seat?
Where's my champagne?"
Champagne
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
Heaven knows the lengths I go to please them every day
They dont even notice when I'm down
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Hotels were closed
And the airport was clean
I was stranded alone
In my southwest dream
Hotels were closed
And the airport was clean
I was stranded alone
In my southwest dream
(Josh Rouse - Flight Attendant)
E' una tiepida mattina autunnale questa in cui ci salutiamo. Ti guardo, mi guardi e rimaniamo immobili a fissarci per un po'; anche se in fondo, a pensarci bene, da quanto entrambi ci aspettavamo questo momento.
Con la mente torno, così, a quell'ultimo istante di felicità insieme. Ti sorrido, nascondo le lacrime ed esco dalla macchina. Vorrei ricordarti così. Con il tuo immancabile sorriso. Abbracciati per quelle vie deserte, ignari di tutto, avvolti soltanto da quella spensieratezza e leggerezza che oramai non torna più.
When I was
A little baby
A mama's boy
No one could save me
From those kids at school
They would bully
They would tease
They would taunt me
Haunt me
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
"You're such a pretty boy"
Fear
I grew up so scared
The bible belt
Redneck lifestyle
One day I'll fly free
In the airplane
"Where's my seat?
Where's my champagne?"
Champagne
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
I'm such a pretty boy
Heaven knows the lengths I go to please them every day
They dont even notice when I'm down
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Such a pretty boy
Hotels were closed
And the airport was clean
I was stranded alone
In my southwest dream
Hotels were closed
And the airport was clean
I was stranded alone
In my southwest dream
(Josh Rouse - Flight Attendant)
Invisible Blues
È questo il blues delle cose che non si vedono
del tarlo nel legno, del topo in cantina
del pesce solitario dentro l’acqua torbida
dell’assassino nascosto in un uomo perbene.
È questo il blues delle cose che non si vedono
della mia fatica nel tuo vestito di cotone
del ragno nei tuoi bei capelli biondi
della pallottola che vola verso il cuore.
È questo il blues delle cose che non si vedono
dell’uccello che canta nella chioma dell’albero
delle parole con cui ti sto pensando
del dolore di questa follia in strada.
È questo il blues delle cose che non si vedono
del verme nel ceppo, della bacca nel gin
dei martelletti dentro al pianoforte
dei morti che ridono in fondo al cimitero.
È questo il blues delle cose che non si vedono
del teschio bianco sotto la pelle nera
del teschio bianco sotto la pelle bianca
delle parole che ti dissi, mentre si faceva buio.
Stefano Benni, da Elianto, (SNAILHAND SLIM - Invisible Blues).
del tarlo nel legno, del topo in cantina
del pesce solitario dentro l’acqua torbida
dell’assassino nascosto in un uomo perbene.
È questo il blues delle cose che non si vedono
della mia fatica nel tuo vestito di cotone
del ragno nei tuoi bei capelli biondi
della pallottola che vola verso il cuore.
È questo il blues delle cose che non si vedono
dell’uccello che canta nella chioma dell’albero
delle parole con cui ti sto pensando
del dolore di questa follia in strada.
È questo il blues delle cose che non si vedono
del verme nel ceppo, della bacca nel gin
dei martelletti dentro al pianoforte
dei morti che ridono in fondo al cimitero.
È questo il blues delle cose che non si vedono
del teschio bianco sotto la pelle nera
del teschio bianco sotto la pelle bianca
delle parole che ti dissi, mentre si faceva buio.
Stefano Benni, da Elianto, (SNAILHAND SLIM - Invisible Blues).
giovedì 23 settembre 2010
mercoledì 22 settembre 2010
Meravigliosamente.. diverso
Ne passeranno altre di estati. E passeranno anche tramonti infuocati e albe tiepide.
Non mancheranno le solite strade che scorreranno lisce sotto gli pneumatici.
Saranno sempre vividi i colori, gli odori e le immagini.
Salirò quegli stessi scalini milioni di volte mentre le solite dolci note scandiranno le giornate.
E proprio nello spiegarsi sotto ai miei piedi di questa routine quasi nauseante, arriverà quel momento in cui ogni cosa, pur nella sua identicità, all'improvviso si farà.. meravigliosamente diversa.
Non mancheranno le solite strade che scorreranno lisce sotto gli pneumatici.
Saranno sempre vividi i colori, gli odori e le immagini.
Salirò quegli stessi scalini milioni di volte mentre le solite dolci note scandiranno le giornate.
E proprio nello spiegarsi sotto ai miei piedi di questa routine quasi nauseante, arriverà quel momento in cui ogni cosa, pur nella sua identicità, all'improvviso si farà.. meravigliosamente diversa.
martedì 21 settembre 2010
Diritto
Dormivi. Ti sveglio.
Il gran mattino reca l’illusione di un inizio.
Avevi dimenticato Virgilio. Sono qui gli esametri.
Ti porto molte cose.
I quattro elementi dei greci: la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria.
Un solo nome di donna.
L’amicizia della luna.
I chiari colori dell’atlante.
L’oblio, che purifica.
La memoria che sceglie e che riscrive.
L’abitudine che ci aiuta a sentirci immortali.
Il quadrante e le lancette che dividono l’inafferrabile tempo.
La fragranza del sandalo.
I dubbi che chiamiamo, non senza vanità, metafisica.
Il manico del bastone che la tua mano attende.
Il sapore dell’uva e del miele.
(Jorge Luis Borges - Diritto)
Il gran mattino reca l’illusione di un inizio.
Avevi dimenticato Virgilio. Sono qui gli esametri.
Ti porto molte cose.
I quattro elementi dei greci: la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria.
Un solo nome di donna.
L’amicizia della luna.
I chiari colori dell’atlante.
L’oblio, che purifica.
La memoria che sceglie e che riscrive.
L’abitudine che ci aiuta a sentirci immortali.
Il quadrante e le lancette che dividono l’inafferrabile tempo.
La fragranza del sandalo.
I dubbi che chiamiamo, non senza vanità, metafisica.
Il manico del bastone che la tua mano attende.
Il sapore dell’uva e del miele.
(Jorge Luis Borges - Diritto)
mercoledì 15 settembre 2010
venerdì 10 settembre 2010
Buongiorno, luna
In questa notte ormai inoltrata e tra queste pareti bianche rese a tratti celesti dai riflessi di luce che filtrano attraverso le persiane chiuse.. "Arcade Fire" in sottofondo. E, un buongiorno alla luna.
Businessmen drink my blood
Like the kids in art school said they would
And I guess I'll just begin again
You say can we still be friends
If I was scared, I would
And if I was bored, you know I would
And if I was yours, but I'm not
All the kids have always known
That the emperor wears new clothes
But to bow to down to them anyway
Is better than to be alone
If I was scared, I would
And if I was bored, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now you're knocking at my door
Saying please come out against the night
But I would rather be alone
Than pretend I feel alright
If the businessmen drink my blood
Like the kids in art school said they would
Then I guess I'll just begin again
You say can we still be friends
If I was scared, I would
And if I was pure, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now I'm Ready to Start
If I was scared, I would
And if I was pure, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now I'm Ready to Start
Now I'm Ready to Start
I would rather be wrong
Than live in the shadows of your song
My mind is open wide
And now I'm ready to start
Now I'm Ready to Start
My mind is open wide
Now I'm Ready to Start
Not sure you'll open the door
To step out into the dark
Now I'm ready!
(Ready to start - Arcade Fire)
Businessmen drink my blood
Like the kids in art school said they would
And I guess I'll just begin again
You say can we still be friends
If I was scared, I would
And if I was bored, you know I would
And if I was yours, but I'm not
All the kids have always known
That the emperor wears new clothes
But to bow to down to them anyway
Is better than to be alone
If I was scared, I would
And if I was bored, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now you're knocking at my door
Saying please come out against the night
But I would rather be alone
Than pretend I feel alright
If the businessmen drink my blood
Like the kids in art school said they would
Then I guess I'll just begin again
You say can we still be friends
If I was scared, I would
And if I was pure, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now I'm Ready to Start
If I was scared, I would
And if I was pure, you know I would
And if I was yours, but I'm not
Now I'm Ready to Start
Now I'm Ready to Start
I would rather be wrong
Than live in the shadows of your song
My mind is open wide
And now I'm ready to start
Now I'm Ready to Start
My mind is open wide
Now I'm Ready to Start
Not sure you'll open the door
To step out into the dark
Now I'm ready!
(Ready to start - Arcade Fire)
martedì 7 settembre 2010
In linea da quel luogo che non era da nessuna parte
Sarò fatta strana, ma a mio parere uno degli elementi determinanti per il giudizio riguardo un libro, un racconto, una poesia.. è senza dubbio il finale. Più volte mi è capitato di leggere testi che non mi coinvolgevano, ma di essere rimasta affascinata proprio dall'ultima pagina. Come "Marina" di Zafòn; un'opera per i miei gusti troppo surrealistica, ma quando alla fine mi sono ritrovata tra le mani quelle pagine bianche, che in realtà erano quelle che il protagonista lasciava alla sua innamorata.. beh, lì non ho potuto far altro che sorridere e quasi ricredermi, nonostante tutto il precedente non mi avesse molto convinto.
E poi ci sono quei libri, come quello che ho appena terminato di leggere e di cui ho avuto già occasione di postare qualcosa, che hanno la straordinaria capacità di rapirti dall'inizio alla fine, di condurti proprio in quei luoghi, tra i protagonisti, di farti sentire perfino gli accordi stridenti della chitarra suonata tra quelle righe. E in questo caso, la parte finale, non poteva essere altro che un'ulteriore conferma della delicatezza e raffinatezza dell'intero romanzo.
"Midori rimase a lungo in silenzio dall'altro capo della linea. Quel silenzio mi sembrò durare all'infinito, come una pioggia sottile e interminabile che inonda allo stesso tempo tutti i prati della terra. Io rimasi con gli occhi chiusi e la fronte schiacciata contro il vetro, in attesa. Poi finalmente Midori ruppe quel silenzio.
- Dove sei adesso? - chiese con voce calma.
Già, dove ero adesso?
Con il ricevitore in mano alzai lo sguardo e mi guardai intorno dietro i vetri della cabina. Dove ero adesso? Non sapevo dove fosse quel posto. Non ne avevo la più pallida idea. Dove diavolo mi trovavo? Quello che vedevo attorno a me era solo una folla di gente che mi passava accanto diretta chissà dove.
Da quel luogo che non era da nessuna parte rimasi in linea con Midori."
(Norwegian Wood - Murakami Haruki)
Credo che prima o poi lo rileggerò.
E poi ci sono quei libri, come quello che ho appena terminato di leggere e di cui ho avuto già occasione di postare qualcosa, che hanno la straordinaria capacità di rapirti dall'inizio alla fine, di condurti proprio in quei luoghi, tra i protagonisti, di farti sentire perfino gli accordi stridenti della chitarra suonata tra quelle righe. E in questo caso, la parte finale, non poteva essere altro che un'ulteriore conferma della delicatezza e raffinatezza dell'intero romanzo.
"Midori rimase a lungo in silenzio dall'altro capo della linea. Quel silenzio mi sembrò durare all'infinito, come una pioggia sottile e interminabile che inonda allo stesso tempo tutti i prati della terra. Io rimasi con gli occhi chiusi e la fronte schiacciata contro il vetro, in attesa. Poi finalmente Midori ruppe quel silenzio.
- Dove sei adesso? - chiese con voce calma.
Già, dove ero adesso?
Con il ricevitore in mano alzai lo sguardo e mi guardai intorno dietro i vetri della cabina. Dove ero adesso? Non sapevo dove fosse quel posto. Non ne avevo la più pallida idea. Dove diavolo mi trovavo? Quello che vedevo attorno a me era solo una folla di gente che mi passava accanto diretta chissà dove.
Da quel luogo che non era da nessuna parte rimasi in linea con Midori."
(Norwegian Wood - Murakami Haruki)
Credo che prima o poi lo rileggerò.
domenica 5 settembre 2010
All flowers in time bend towards the sun
"I know you say that there's no-one for you,
But here is one"
(All flowers in time bend towards the sun - Elizabeth Fraser & Jeff Buckley)
venerdì 3 settembre 2010
High & Dry
Emozioni. Emozioni dentro un ricordo, una canzone o una pellicola. Nello sfiorare una mano, in una lettera inattesa, nella reciprocità di uno sguardo. Nello scivolare sopra la proprio auto per strade alberate e deserte, nel momento di un decollo o di un atterraggio a seconda da cosa si fugga o a cosa si vada incontro. Emozioni per un sorriso altrui o per un grazie spassionato. Nello spingere un pò più il piede sul pedale, nell'abbracciare una chitarra, nel vento che avvolge o fa tremare. Emozioni nel guardare mio nonno e nel chiedergli di più, per paura di non saperne mai abbastanza. Nel ballare fianco a fianco a mia mamma per il giorno del suo compleanno. Nell'esasperante corsa incontro a quel treno, sapendo che non ne seguirà un altro. E ancora, nel sapere rinnovato un contratto. Nel momento in cui il professore di turno fa il tuo nome e ti avvii verso la cattedra per sostenere l'ennesimo esame, scongiurando di farcela. Nel visitare nuove terre e nello scoprire punti di vista e modi di vita sempre diversi e, per certi versi, anche stravaganti. Nel fumarsi una sigaretta dentro un bar della metropolitana di Berlino quando quà vigeva già il divieto, nel sorseggiare una Guinness al bancone di un tipico locale irlandese e nell'attraversare il deserto del Nevada e nel nulla vedere apparire evanescenti palazzi che piano piano si facevano sempre più vicini e concreti. Nel parlare con quella ragazza di Vienna sull'autobus senza accorgersi che il tempo vola e non risparmia niente. Emozioni, come ritrovarsi di fronte ad un dipinto di Rothko ed avere la possibilità di volare oltre quei colori. E come stanotte che, con il mio cane che sonnecchia di fianco a me, faccio scivolare le dita su questa tastiera e do il via a pensieri sconnessi.
"High & Dry" dei Radiohead e rifletto su come a volte basti terribilmente poco per sentirsi terribilmente bene.
Two jumps* in a week, I bet you think that's pretty clever don't you boy.
Flying on your motorcycle, watching all the ground beneath you drop.
You'd kill yourself for recognition; kill yourself to never ever stop.
You broke another mirror; you're turning into something you are not.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
Drying up in conversation, you will be the one who cannot talk.
All your insides fall to pieces, you just sit there wishing you could still make love
They're the ones who'll hate you when you think you've got the world all sussed out
They're the ones who'll spit at you. You will be the one screaming out.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
It's the best thing that you've ever had, the best thing that you've ever, ever
had.
It's the best thing that you've ever had; the best thing you've had has gone away.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
(High & Dry - Radiohead)
"High & Dry" dei Radiohead e rifletto su come a volte basti terribilmente poco per sentirsi terribilmente bene.
Two jumps* in a week, I bet you think that's pretty clever don't you boy.
Flying on your motorcycle, watching all the ground beneath you drop.
You'd kill yourself for recognition; kill yourself to never ever stop.
You broke another mirror; you're turning into something you are not.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
Drying up in conversation, you will be the one who cannot talk.
All your insides fall to pieces, you just sit there wishing you could still make love
They're the ones who'll hate you when you think you've got the world all sussed out
They're the ones who'll spit at you. You will be the one screaming out.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
It's the best thing that you've ever had, the best thing that you've ever, ever
had.
It's the best thing that you've ever had; the best thing you've had has gone away.
Don't leave me high, don't leave me dry
Don't leave me high, don't leave me dry
(High & Dry - Radiohead)
mercoledì 1 settembre 2010
Cin cin
Oggi pomeriggio, la notizia.
Contratto a tempo indeterminato.
Non è il lavoro della mia vita.
Ma pur sempre una gran bella soddisfazione.
Sono rientrata da non molto.
Gli Smiths, e un doppio brindisi a me stessa!
Good times for a change
See, the luck I've had
Can make a good man
Turn bad
So please please please
Let me, let me, let me
Let me get what I want
This time
Haven't had a dream in a long time
See, the life I've had
Can make a good man bad
So for once in my life
Let me get what I want
Lord knows, it would be the first time
Lord knows, it would be the first time
(Please, please, please, let me get what I want - The Smiths)
Contratto a tempo indeterminato.
Non è il lavoro della mia vita.
Ma pur sempre una gran bella soddisfazione.
Sono rientrata da non molto.
Gli Smiths, e un doppio brindisi a me stessa!
Good times for a change
See, the luck I've had
Can make a good man
Turn bad
So please please please
Let me, let me, let me
Let me get what I want
This time
Haven't had a dream in a long time
See, the life I've had
Can make a good man bad
So for once in my life
Let me get what I want
Lord knows, it would be the first time
Lord knows, it would be the first time
(Please, please, please, let me get what I want - The Smiths)
domenica 29 agosto 2010
Qualcosa di importante
La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.
(Wislawa Szymborska)
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.
(Wislawa Szymborska)
sabato 28 agosto 2010
Sogni dentro un poster
Poco fa osservavo il poster che ho appeso sopra il letto, e come in uno dei migliori sogni o forse in un momento di estrema lucidità, in cui inconsciamente ogni desiderio e volontà si fa all'improvviso nitido, mi sono vista seduta sul sedile posteriore di quel classico taxi newyorkese, sommersa dal traffico caotico della Quinta Strada. Subito dietro il finestrino leggermente oscurato, mi sono immaginata con i capelli un pò sgrendinati dal vento, in mano uno di quei tipici bicchieroni di carta con dentro uno pseudo caffè e lo sguardo perso tra passanti, edifici e un'infinità di folcloristici cartelloni pubblicitari. Via, veloce, diretta verso chissà quale "dove".
Intanto, in quella giornata afosa e in quel vecchio mezzo pregno dell'odore acre della pelle consumata della tappezzeria, una radio un pò gracchiante trasmetteva "Just in time" di Nina Simone, mentre una folata di vento entrava, scuotendo bruscamente i fogli riposti nelle tascone del sedile. Una ventata, inaspettata e amara perchè oltre a travolgere i miei stati d'animo, mi riconduceva violentemente alla realtà.
E così, abbandonato il sogno e precipitata di nuovo nella mia stanza, mi ascolto un pò di soul e mi chiedo di cosa ho bisogno.
(Just in time - Nina Simone)
Intanto, in quella giornata afosa e in quel vecchio mezzo pregno dell'odore acre della pelle consumata della tappezzeria, una radio un pò gracchiante trasmetteva "Just in time" di Nina Simone, mentre una folata di vento entrava, scuotendo bruscamente i fogli riposti nelle tascone del sedile. Una ventata, inaspettata e amara perchè oltre a travolgere i miei stati d'animo, mi riconduceva violentemente alla realtà.
E così, abbandonato il sogno e precipitata di nuovo nella mia stanza, mi ascolto un pò di soul e mi chiedo di cosa ho bisogno.
(Just in time - Nina Simone)
venerdì 27 agosto 2010
L' indaco
Non angosciarti più
che bisogno c'è
quando partono le rondini
lasciale andare
non domandare più
che ragione c'è
quando passa il carro funebre
fallo passare
e non buttarti giù
che in fin dei conti c'è
un azzurro che fa piangere
oltre le nubi
e non soffrire più
che in fondo forse c'è
al di là di Gibilterra
un indaco mare
(L'indaco - Baustelle)
che bisogno c'è
quando partono le rondini
lasciale andare
non domandare più
che ragione c'è
quando passa il carro funebre
fallo passare
e non buttarti giù
che in fin dei conti c'è
un azzurro che fa piangere
oltre le nubi
e non soffrire più
che in fondo forse c'è
al di là di Gibilterra
un indaco mare
(L'indaco - Baustelle)
giovedì 26 agosto 2010
I will swallow the sun
There's no savin' anything
Now we're swallowing the shine of the sun
There's no savin' anything
I will swallow the sun
But I won't be no runaway
'Cause I won't run
No, I won't be no runaway
What makes you think I'm enjoying being led to the flood
We got another thing comin' undone
And it's taking us over
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Throw your arms in the air tonight
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Lose our shirts in the fire tonight
What makes you think I'm enjoying being led to the flood
We got another thing comin' undone
But I won't be no runaway
'Cause I won't run
No, I won't be no runaway
'Cause I won't run
No, I won't be no runaway
What makes you think I'm enjoyin' being led to the flood
We got another thing comin' undone
And it's taking us over
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Throw your arms in the air tonight
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Lose our shirts in the fire tonight
What makes you think I'm enjoying being led to the flood
We got another thing comin' undone
We got another thing comin' undone
And it's taking forever
I'll go bravin' everything
With you swallowing the shine of the sun
I'll going bravin' everything
Through the shine of the sun
But I won't be no runaway
'Cause I won't run
No I won't be no runaway
'Cause I won't run
No I won't be no runaway
What makes you think I'm enjoying being led to the flood
We got another thing comin' undone
And it' takin' us over
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Throw your arms in the air tonight
We don't bleed when we don't fight
Go ahead, go ahead
Lose our shirts in the fire tonight
What makes you think I'm enjoying being led to the flood
We got another thing comin' undone
We got another thing comin' undone
And it's taking us over
And it's taking forever
(Runaway - The National)
martedì 24 agosto 2010
Laddove finiscono le dita
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
(Amico fragile - Fabrizio De Andrè)
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
(Amico fragile - Fabrizio De Andrè)
lunedì 16 agosto 2010
Isn't it good, Norwegian wood?
- Suona "Norwegian Wood", - disse Naoko.
Reiko andò in cucina a prendere un salvadanaio a forma di maneki-neko, e Naoko vi infilò una moneta da cento yen che aveva tirato fuori dal borsellino.
- Eh? Che significa? - chiesi.
- Abbiamo questa regola: ogni volta che richiedo "Norwegian Wood" devo mettere cento yen qui dentro, - spiegò Naoko. - Lo faccio per questa canzone, perchè è la mia preferita. Più che una richiesta è una preghiera.
(Norwegian Wood - Murakami Haruki)
I once had a girl,
or should I say she once had me?
She showed me her room,
isn't it good, Norwegian wood?
She asked me to stay and she told me to sit anywhere,
So I looked around and I noticed there wasn't a chair.
I sat on a rug,
biding my time, drinking her wine.
We talked until two
and then she said "It's time for bed".
She told me she worked in the morning and started to laugh.
I told her I didn't and crawled off to sleep in the bath.
And when I awoke
I was alone, this bird had flown.
So I lit a fire,
isn't it good, Norwegian wood?
(Norwegian Wood - The Beatles)
Reiko andò in cucina a prendere un salvadanaio a forma di maneki-neko, e Naoko vi infilò una moneta da cento yen che aveva tirato fuori dal borsellino.
- Eh? Che significa? - chiesi.
- Abbiamo questa regola: ogni volta che richiedo "Norwegian Wood" devo mettere cento yen qui dentro, - spiegò Naoko. - Lo faccio per questa canzone, perchè è la mia preferita. Più che una richiesta è una preghiera.
(Norwegian Wood - Murakami Haruki)
I once had a girl,
or should I say she once had me?
She showed me her room,
isn't it good, Norwegian wood?
She asked me to stay and she told me to sit anywhere,
So I looked around and I noticed there wasn't a chair.
I sat on a rug,
biding my time, drinking her wine.
We talked until two
and then she said "It's time for bed".
She told me she worked in the morning and started to laugh.
I told her I didn't and crawled off to sleep in the bath.
And when I awoke
I was alone, this bird had flown.
So I lit a fire,
isn't it good, Norwegian wood?
(Norwegian Wood - The Beatles)
domenica 15 agosto 2010
Strade senza punto di arrivo
Strade svariate. Lineari, scorrevoli, a volte insidiose, a volte facili, che conducono ai sentimenti o te ne allontanano. Strade lasciate indietro da un tassista forse troppo logorroico. Vie da percorrere su un treno sudicio e maleodorante. Oppure in alto, in volo, tra cieli tersi e infiniti, accanto a chiunque. Quel chiunque che, inaspettatamente, scoprirai tuo complice nell'assistere a scene che mai ti saresti aspettato. Come il sorgere improvviso del sole, proprio lì.. accanto al tuo finestrino, tra quelle grigie distese cumuliformi.
E tra queste varietà, nella vita ho solo un augurio da potermi fare. Quello di "percorrere" e di non smetterla mai di "cercare". Senza paure, senza remore. Fin quando vorrò. Fino al mio arrivo. Se mai ci sarà.
Intanto, vado.
E tra queste varietà, nella vita ho solo un augurio da potermi fare. Quello di "percorrere" e di non smetterla mai di "cercare". Senza paure, senza remore. Fin quando vorrò. Fino al mio arrivo. Se mai ci sarà.
Intanto, vado.
sabato 14 agosto 2010
How are you feeling?
(KaiserCartel - Okay)
Una canzone che trovo intensa e particolare.. proprio come te.
Penso potrebbe piacerti, se tu non la conoscessi già. Ciao Andre..
martedì 10 agosto 2010
Wonderful tonight
Fuori sta soffiando un vento leggero e tiepido, mentre dentro ogni cosa galleggia nel buio e nel silenzio più totale. Riesco a sentire a malapena il motore lontano di qualche macchina veloce. E per certi versi, mi sembra di essere già a settembre. Uno dei mesi che amo di più. Del resto, per una malinconica senza speranza come me, non potrebbe essere altrimenti. L'estate è troppo scontata, sempre piena di grandi aspettative che regolarmente non si realizzano mai.
Sono sdraiata sul letto. Quel piccolo letto sotto le due finestre. Una zanzara non la finisce, attraverso la tenda semichiusa, di cercare la sua via di fuga. Io, la mia, la sto inseguendo attraverso i miei mille pensieri. Decido di fumarmi una sigaretta, l'ultima; mentre in sottofondo una "Wonderful tonight" di Eric Clapton mi accompagna tra ragionamenti e pensieri sparsi. Penso così al prossimo viaggio. Al Vietnam. Al fatto che me ne innamorerò, non tanto per i posti ma per le persone che lo abitano, per i colori, per l'umanità negli occhi della gente, e perchè no.. anche per quei cappelli leggermente appuntiti. Penso agli studi da riprendere. Al contratto che finisce e ad un suo eventuale rinnovo. E penso a lui. Lui, che ho incrociato poco fa, nel locale di sempre. Ero seduta al bancone con alcune amiche, quando all'improvviso l'ho visto entrare. Non ci incontravamo già da un pezzo ed è stata una sorpresa trovarlo lì, proprio stasera. Anzi, direi che è stato un vero e proprio schianto, senza nemmeno avere il tempo di rallentare. Ci siamo salutati con un leggero cenno della testa e un sorriso appena disegnato. Vista l'ora tarda, ho bevuto l'ultimo sorso del mio bicchiere per poi avviarmi verso la macchina. Prima di uscire, mi sono fermata un'istante sulla porta, ho avvolto il foulard intorno al collo e mi sono voltata un'ultima volta. E a quel punto è bastato quell'unico sguardo per dirci tutto. Tutto quello che non avrei voluto ricordare.
E già, perchè era proprio l'agosto di nove anni fà quando ti presentasti con la tua solita aria decisa e strafottente e mi riaccompagnasti a casa in motorino dopo la festa. Quando mi bastava averti accanto per sentirmi terribilmente bene. Quando mi tremavano le gambe per l'emozione di vederti nonostante il trascorrere del tempo. E poi c'erano quelle interminabili notti, passate in macchina a contemplare panorami sfumati dalle infinite sensazioni che ci avvolgevano in quegli anni. E in tutto questo tempo trascorso, non hai fatto altro che portarle con te quelle giornate piene, quelle risate vere, le emozioni più viscerali e i ricordi.. quelli più vicini al cuore. Ti sei portato via tutte le risposte.
Intanto la radio sta trasmettendo l'ultima parte della canzone, faccio appena in tempo ad accorgermene e a pensare che stanotte, non poteva esserci pezzo più azzeccato di questa "Wonderful tonight".
It's late in the evening; she's wondering what clothes to wear.
She puts on her make-up and brushes her long blonde hair.
And then she asks me, "Do I look all right?"
And I say, "Yes, you look wonderful tonight."
We go a party and everyone turns to see
This beautiful lady that's walking around with me.
And then she asks me, "Do you feel all right?"
And I say, "Yes, I feel wonderful tonight."
I feel wonderful because I see
The love light in your eyes.
And the wonder of it all
Is that you just don't realize how much I love you.
It's time to go home now and I've got an aching head,
So I give her the car keys and she helps me to bed.
And then I tell her, as I turn out the light,
I say, "My darling, you were wonderful tonight.
Oh my darling, you were wonderful tonight."
( Wonderful tonight - Eric Clapton)
Sono sdraiata sul letto. Quel piccolo letto sotto le due finestre. Una zanzara non la finisce, attraverso la tenda semichiusa, di cercare la sua via di fuga. Io, la mia, la sto inseguendo attraverso i miei mille pensieri. Decido di fumarmi una sigaretta, l'ultima; mentre in sottofondo una "Wonderful tonight" di Eric Clapton mi accompagna tra ragionamenti e pensieri sparsi. Penso così al prossimo viaggio. Al Vietnam. Al fatto che me ne innamorerò, non tanto per i posti ma per le persone che lo abitano, per i colori, per l'umanità negli occhi della gente, e perchè no.. anche per quei cappelli leggermente appuntiti. Penso agli studi da riprendere. Al contratto che finisce e ad un suo eventuale rinnovo. E penso a lui. Lui, che ho incrociato poco fa, nel locale di sempre. Ero seduta al bancone con alcune amiche, quando all'improvviso l'ho visto entrare. Non ci incontravamo già da un pezzo ed è stata una sorpresa trovarlo lì, proprio stasera. Anzi, direi che è stato un vero e proprio schianto, senza nemmeno avere il tempo di rallentare. Ci siamo salutati con un leggero cenno della testa e un sorriso appena disegnato. Vista l'ora tarda, ho bevuto l'ultimo sorso del mio bicchiere per poi avviarmi verso la macchina. Prima di uscire, mi sono fermata un'istante sulla porta, ho avvolto il foulard intorno al collo e mi sono voltata un'ultima volta. E a quel punto è bastato quell'unico sguardo per dirci tutto. Tutto quello che non avrei voluto ricordare.
E già, perchè era proprio l'agosto di nove anni fà quando ti presentasti con la tua solita aria decisa e strafottente e mi riaccompagnasti a casa in motorino dopo la festa. Quando mi bastava averti accanto per sentirmi terribilmente bene. Quando mi tremavano le gambe per l'emozione di vederti nonostante il trascorrere del tempo. E poi c'erano quelle interminabili notti, passate in macchina a contemplare panorami sfumati dalle infinite sensazioni che ci avvolgevano in quegli anni. E in tutto questo tempo trascorso, non hai fatto altro che portarle con te quelle giornate piene, quelle risate vere, le emozioni più viscerali e i ricordi.. quelli più vicini al cuore. Ti sei portato via tutte le risposte.
Intanto la radio sta trasmettendo l'ultima parte della canzone, faccio appena in tempo ad accorgermene e a pensare che stanotte, non poteva esserci pezzo più azzeccato di questa "Wonderful tonight".
It's late in the evening; she's wondering what clothes to wear.
She puts on her make-up and brushes her long blonde hair.
And then she asks me, "Do I look all right?"
And I say, "Yes, you look wonderful tonight."
We go a party and everyone turns to see
This beautiful lady that's walking around with me.
And then she asks me, "Do you feel all right?"
And I say, "Yes, I feel wonderful tonight."
I feel wonderful because I see
The love light in your eyes.
And the wonder of it all
Is that you just don't realize how much I love you.
It's time to go home now and I've got an aching head,
So I give her the car keys and she helps me to bed.
And then I tell her, as I turn out the light,
I say, "My darling, you were wonderful tonight.
Oh my darling, you were wonderful tonight."
( Wonderful tonight - Eric Clapton)
giovedì 5 agosto 2010
Look on down from the bridge
Look on down from the bridge
There's still fountains down there
Look on down from the bridge
It's still raining, up here
Everybody seems so far away from me
Everybody just wants to be free
Look away from the sky
It's no different when you're leaving home
I can't be the same thing to you now
I'm just gone, just gone
How could I say goodbye
How could I say goodbye
Goodbye
Maybe I'll just place my hands over you
And close my eyes real tight
There's a light in your eyes
And you know, yeah, you know
Look on down from the bridge
I'm still waiting for you
(Look on down from the bridge - Mazzy Star)
Non c'è niente da fare. Certe canzoni, le ascolti una volta e già ti trascinano con sè.
There's still fountains down there
Look on down from the bridge
It's still raining, up here
Everybody seems so far away from me
Everybody just wants to be free
Look away from the sky
It's no different when you're leaving home
I can't be the same thing to you now
I'm just gone, just gone
How could I say goodbye
How could I say goodbye
Goodbye
Maybe I'll just place my hands over you
And close my eyes real tight
There's a light in your eyes
And you know, yeah, you know
Look on down from the bridge
I'm still waiting for you
(Look on down from the bridge - Mazzy Star)
Non c'è niente da fare. Certe canzoni, le ascolti una volta e già ti trascinano con sè.
lunedì 2 agosto 2010
Cinque minuti possono bastare
sabato 31 luglio 2010
Come in una lieve danza
Sono seduta al solito tavolino, quello vicino alla finestra che si affaccia sulla strada e che per questo mi piace tanto.
E' piena estate, ma con la mente sono tornata un attimo indietro, fino all'autunno di non pochi anni fa. Ricordo ancora l'inconfondibile odore del suo dopobarba, dell'erba appena tagliata e dell'aria quasi aspra della sera. Ero sulle spalle di mio nonno, avevo sei anni e un senso di infinita felicità che, da lassù, mi sembrava quasi di poter toccare con mano.
Adesso sono cresciuta, e certe situazioni è difficile riviverle ma adoro ricordarle. Sono come una lieve danza; girano e rigirano ininterrottamente in testa e basta un nulla, anche un minimo particolare, per farle riaffiorare. Come quel bambino che, poco fà, era seduto vicino a me insieme ai suoi nonni a cui chiedeva di giocare. E per un attimo mi è sembrato come se l'intera bellezza del mondo si stesse schiudendo proprio in quel momento, a pochi centimetri da me.
Ho sorriso, ho tirato giù il mio caffè un pò più amaro del solito, e ho ripreso il discorso da dove lo avevo interrotto. Ma la mente l'ho lasciata ancora un pò lì, sulle sue spalle larghe.. avvolta in quell'inebriante turbinio di felicità, malinconia, sorrisi e foglie autunnali.
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
And though my head my hands my heart are forming
They still feel worlds apart
Berenice
Beneath it all you´re golden
And that´s all I´m feeding on
And though my head my hands are growing colder
We move circles now
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
And it´s not for our desires but our design that we all fall apart
Berenice there´s no release at all
It´s worthless crying for
And though my ............ ........´cause we all fall down
( The leavers dance - The Veils :) )
E' piena estate, ma con la mente sono tornata un attimo indietro, fino all'autunno di non pochi anni fa. Ricordo ancora l'inconfondibile odore del suo dopobarba, dell'erba appena tagliata e dell'aria quasi aspra della sera. Ero sulle spalle di mio nonno, avevo sei anni e un senso di infinita felicità che, da lassù, mi sembrava quasi di poter toccare con mano.
Adesso sono cresciuta, e certe situazioni è difficile riviverle ma adoro ricordarle. Sono come una lieve danza; girano e rigirano ininterrottamente in testa e basta un nulla, anche un minimo particolare, per farle riaffiorare. Come quel bambino che, poco fà, era seduto vicino a me insieme ai suoi nonni a cui chiedeva di giocare. E per un attimo mi è sembrato come se l'intera bellezza del mondo si stesse schiudendo proprio in quel momento, a pochi centimetri da me.
Ho sorriso, ho tirato giù il mio caffè un pò più amaro del solito, e ho ripreso il discorso da dove lo avevo interrotto. Ma la mente l'ho lasciata ancora un pò lì, sulle sue spalle larghe.. avvolta in quell'inebriante turbinio di felicità, malinconia, sorrisi e foglie autunnali.
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
And though my head my hands my heart are forming
They still feel worlds apart
Berenice
Beneath it all you´re golden
And that´s all I´m feeding on
And though my head my hands are growing colder
We move circles now
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
And it´s not for our desires but our design that we all fall apart
Berenice there´s no release at all
It´s worthless crying for
And though my ............ ........´cause we all fall down
( The leavers dance - The Veils :) )
lunedì 26 luglio 2010
Ti si sta vedendo l'altra
Ti si sta vedendo l'altra.
Somiglia a te:
i passi, la stessa fronte aggrondata,
gli stessi tacchi alti
tutti macchiati di stelle.
Quando andrete per la strada
insieme, tutte e due,
che difficile sapere
chi sei, chi non sei tu!
Così uguali ormai, che sarà
impossibile continuare a vivere
così, essendo tanto uguali.
E siccome tu sei la fragile,
quella che appena esiste, tenerissima,
sei tu a dover morire.
Tu lascerai che ti uccida,
che continui a vivere lei,
la falsa tu, menzognera,
ma a te così somigliante
che nessuno ricorderà
tranne me, ciò che eri.
E verrà un giorno
- perché verrà, sì, verrà -
in cui guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a lei e che la amo:
e vedrai che non sei tu.
(Ti si sta vedendo l'altra - Pedro Salinas)
Somiglia a te:
i passi, la stessa fronte aggrondata,
gli stessi tacchi alti
tutti macchiati di stelle.
Quando andrete per la strada
insieme, tutte e due,
che difficile sapere
chi sei, chi non sei tu!
Così uguali ormai, che sarà
impossibile continuare a vivere
così, essendo tanto uguali.
E siccome tu sei la fragile,
quella che appena esiste, tenerissima,
sei tu a dover morire.
Tu lascerai che ti uccida,
che continui a vivere lei,
la falsa tu, menzognera,
ma a te così somigliante
che nessuno ricorderà
tranne me, ciò che eri.
E verrà un giorno
- perché verrà, sì, verrà -
in cui guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a lei e che la amo:
e vedrai che non sei tu.
(Ti si sta vedendo l'altra - Pedro Salinas)
sabato 24 luglio 2010
Il mio cardiogramma
Sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
(Sotto la pioggia camminava la primavera - Nazim Hikmet)
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
(Sotto la pioggia camminava la primavera - Nazim Hikmet)
domenica 18 luglio 2010
I brividi c'hanno messo un bel pò a scivolare via
Qualche giorno fa camminavo per le vie del centro con un'amica, persa tra chiacchere e qualche sbirciatina alle vetrine, quando ho avuto uno di quegli incontri che senti che ti rimarranno dentro, che in un qualche modo ti segneranno anche negli anni a venire.
E' arrivato in bicicletta, aria apparentemente tranquilla, ma solo apparentemente.. credo. E una maschera trasparente per proteggere la pelle del viso, viva. La vicenda del 29 giugno l'ho seguita da vicino fin da subito, come non si potrebbe del resto. Ma fino ad adesso non mi era mai capitato di imbattermi in qualcuno che ne fosse rimasto così profondamente coinvolto. Quel giovane padre, ne è stato uno dei pochi sopravvissuti e la sua vicenda, pur non conoscendolo personalmente, è stata fin da subito una di quelle che mi ha torturato l'anima. In quella maledetta notte perse la moglie e i due figli. Lui stesso riportò ustioni sul 90 per cento del corpo. L' unico illeso fu il figlio più grande. Mi rimane difficile, quindi, spiegare quello che ho provato trovandomelo di fronte l'altro giorno. Cercava un biglietto di auguri. La commessa gli ha risposto di averli terminati e lui ha sorriso. Ma quanta tristezza nascosta dietro quel sorriso! La gente, mi rendevo conto, non riusciva ad evitare di guardarlo; io l'ho fatto il meno possibile, anzi non l'ho fatto quasi per niente, non volevo disturbarlo. Poi ha ripreso la sua bici e a piedi se ne è andato. L'ho seguito con lo sguardo. Una lacrima è scesa. I brividi, invece, c'hanno messo un bel pò a scivolare via.
(Video di Giancarlo Garbocci)
E' arrivato in bicicletta, aria apparentemente tranquilla, ma solo apparentemente.. credo. E una maschera trasparente per proteggere la pelle del viso, viva. La vicenda del 29 giugno l'ho seguita da vicino fin da subito, come non si potrebbe del resto. Ma fino ad adesso non mi era mai capitato di imbattermi in qualcuno che ne fosse rimasto così profondamente coinvolto. Quel giovane padre, ne è stato uno dei pochi sopravvissuti e la sua vicenda, pur non conoscendolo personalmente, è stata fin da subito una di quelle che mi ha torturato l'anima. In quella maledetta notte perse la moglie e i due figli. Lui stesso riportò ustioni sul 90 per cento del corpo. L' unico illeso fu il figlio più grande. Mi rimane difficile, quindi, spiegare quello che ho provato trovandomelo di fronte l'altro giorno. Cercava un biglietto di auguri. La commessa gli ha risposto di averli terminati e lui ha sorriso. Ma quanta tristezza nascosta dietro quel sorriso! La gente, mi rendevo conto, non riusciva ad evitare di guardarlo; io l'ho fatto il meno possibile, anzi non l'ho fatto quasi per niente, non volevo disturbarlo. Poi ha ripreso la sua bici e a piedi se ne è andato. L'ho seguito con lo sguardo. Una lacrima è scesa. I brividi, invece, c'hanno messo un bel pò a scivolare via.
(Video di Giancarlo Garbocci)
lunedì 12 luglio 2010
Somewhere in the red, the colours end
In the white I wake up
In the white I die
Somewhere in the red, I see your eyes
In the green I'm out walking
and in the green I live
Somewhere in the red, I have your lips
I dream of a cloud
I dream of you
In the blue I'm rising, like an ocean
and in the blue it's down, I sail
Somewhere in the red, I taste your skin
The girls they loved his face
Cut their fingers and they could not look away
but your son never saw a thing
his eyes wrapped in all these dreams
Coloured cloth in autumn gray
Coloured cloth covered with bloody stains
and without the pain
we learn to love again
My dream to find
My dream come true
In the black I feel you
In the black I sense
Somewhere in the red, the colours end
(Hey Rosetta! - Red song)
In the white I die
Somewhere in the red, I see your eyes
In the green I'm out walking
and in the green I live
Somewhere in the red, I have your lips
I dream of a cloud
I dream of you
In the blue I'm rising, like an ocean
and in the blue it's down, I sail
Somewhere in the red, I taste your skin
The girls they loved his face
Cut their fingers and they could not look away
but your son never saw a thing
his eyes wrapped in all these dreams
Coloured cloth in autumn gray
Coloured cloth covered with bloody stains
and without the pain
we learn to love again
My dream to find
My dream come true
In the black I feel you
In the black I sense
Somewhere in the red, the colours end
(Hey Rosetta! - Red song)
venerdì 9 luglio 2010
Ho ripreso a fumare
Succede. Una ogni tanto. Così, sporadica. Semplicemente quando mi và. Quando sei immersa nei tuoi pensieri fino al collo, dentro i tuoi sbalzi d'umore, le indecisioni, il troppo caldo che strappa l'aria da respirare. Quando immagini il tuo futuro, quando sogni un incontro. Quando passeggi da sola e ti godi il contorno, e intanto ripensi al passato in quegli stessi posti che ora vedi con occhi così diversi. Quando, per caso, incroci chi ha fatto parte di quel tuo tempo trascorso, e per questo ti strappa un sorriso. Quando ti fermi al primo bar a bere un caffè, magari in un posto sconosciuto, e ti fissi su quell'anziano con lo sguardo perso nel vuoto, seduto ai tavolini, completamente solo. E pensi che nonostante, la differenza di età, tu in fondo non lo sia di meno. E finisce così, che non riesci nemmeno a leggere mezza riga del quotidiano che ti sei comprata, perchè da certe cose, è inutile, non riesci proprio a distogliere lo sguardo. Ti catturano. Come quando sei in macchina, senza meta, seguendo solo la musica che ti sei scelta. Come prima, che mi ascoltavo gli "Smiths". E con la mente ero già in alto, tra castelli di nuvole e aria.
Take me home tonight
Where there's music and there's people
Who are young and alive
Driving in your car
I never never want to go home
Because I haven't got one anymore
Take me home tonight
Because I want to see people
And I want to see life
Driving in your car
Oh please don't drop me home
Because it's not my home, it's their home
And I'm welcome no more
And if a double-decker bus
Crashes in to us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well the pleasure, the privilege is mine
Take me home tonight
Take me anywhere, I don't care
I don't care, I don't care
And in the darkened underpass
I thought Oh God, my chance has come at last
But then a strange fear gripped me
And I just couldn't ask
Take me home tonight
Oh take me anywhere, I don't care
I don't care, I don't care
Driving in your car
I never never want to go home
Because I haven't got one
No, I haven't got one
And if a double-decker bus
Crashes in to us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well the pleasure, the privilege is mine
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
(The Smiths - There is a light that never goes out)
Take me home tonight
Where there's music and there's people
Who are young and alive
Driving in your car
I never never want to go home
Because I haven't got one anymore
Take me home tonight
Because I want to see people
And I want to see life
Driving in your car
Oh please don't drop me home
Because it's not my home, it's their home
And I'm welcome no more
And if a double-decker bus
Crashes in to us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well the pleasure, the privilege is mine
Take me home tonight
Take me anywhere, I don't care
I don't care, I don't care
And in the darkened underpass
I thought Oh God, my chance has come at last
But then a strange fear gripped me
And I just couldn't ask
Take me home tonight
Oh take me anywhere, I don't care
I don't care, I don't care
Driving in your car
I never never want to go home
Because I haven't got one
No, I haven't got one
And if a double-decker bus
Crashes in to us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well the pleasure, the privilege is mine
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
There is a light that never goes out
(The Smiths - There is a light that never goes out)
martedì 6 luglio 2010
Settembre che arriva
domenica 27 giugno 2010
Inunqualunquegiorno
C'era la pioggia che scendeva forte, quel giorno. E, ad ogni goccia, l'asfalto si tingeva di un colore quasi argenteo. Ero immersa nel mio cappotto lungo, in un cappello di lana e in un paio di guanti del solito colore. Mi mancava solo l'ombrello. Dalla fretta di uscire, la cosa più utile era ovvio che me la fossi dimenticata. Sbirciai, allora, tra alcune bancarelle sparse qua e là, in cerca di uno nuovo da acquistare. Blu, grigio, rosso, forse verde. Ma alla fine pensai che non era tanto importante il colore e presi così il primo che mi trovai davanti. Tanto, già sapevo che l'avrei dimenticato al primo bar. E' un po' il destino di tutti gli ombrelli quello di essere lasciati in un qualsiasi angolo di un qualunque posto. Quella mattina poi ci si metteva pure un umore particolarmente danzante.
E così, una volta uscita dal locale, mi ritrovai a saltarellare da sotto un terrazzo all'altro per cercare di bagnarmi il meno possibile. Solo dopo alcuni minuti mi ricordai dell'ombrello comprato poco prima. Ma ormai ero lontana. Scossi l'acqua dalla frangetta, ripresi a camminare, sorrisi e mi nascosi dietro una sigaretta. Pioggia o no, c'erano i miei mille desideri ad attendermi all'angolo. E non potevo tardare.
E così, una volta uscita dal locale, mi ritrovai a saltarellare da sotto un terrazzo all'altro per cercare di bagnarmi il meno possibile. Solo dopo alcuni minuti mi ricordai dell'ombrello comprato poco prima. Ma ormai ero lontana. Scossi l'acqua dalla frangetta, ripresi a camminare, sorrisi e mi nascosi dietro una sigaretta. Pioggia o no, c'erano i miei mille desideri ad attendermi all'angolo. E non potevo tardare.
giovedì 24 giugno 2010
Se una notte d' inverno un viaggiatore..
“Già nell’improvvisazione confusa del primo incontro si legge il possibile avvenire di una convivenza. Oggi siete l’uno oggetto della lettura dell’altro, ognuno legge nell’altro la sua storia non scritta. Domani, Lettore e Lettrice, se sarete insieme, se vi coricherete nello stesso letto come una coppia assestata, ognuno accenderà la lampada al suo capezzale e sprofonderà nel suo libro; due letture parallele accompagneranno l’approssimarsi del sonno; prima tu poi tu spegnerete la luce; reduci da universi separati, vi ritroverete fugacemente nel buio dove tutte le lontananze si cancellano, prima che sogni divergenti vi trascinino ancora tu da una parte e tu dall’altra. Ma non ironizzate su questa prospettiva d’armonia coniugale: quale immagine di coppia più fortunata sapreste contrapporre?”
(Italo Calvino)
(Italo Calvino)
lunedì 21 giugno 2010
Rossoamaro
Comincio. Anche senza sapere dove arrivare. Lascio correre la tastiera. Le dita vanno e i pensieri anche, ancora più rapidi. Dovessi seguire il loro passo, in realtà, non riuscirei a stargli dietro.
Ed è così, che tra le innumerevoli cose, la mente mi torna a quella signora, che conobbi per caso un anno fa, mentre svolgevo un lavoro che non mi piaceva, in un posto che non mi piaceva, con gente che mi piaceva ancora di meno. Ci bastò un sorriso e uno sguardo per capire che nonostante la differenza di età, eravamo fatte della solita fottutissima pasta. Io imprigionata lì dentro, ma con sogni da gigante; lei, probabilmente, in un matrimonio finito da anni ma i sogni, anche se molto tempo prima, erano stati gli stessi. Iniziammo così a chiaccherare come amiche di vecchia data. Dopo qualche giorno tornò anche a trovarmi e riprendemmo da dove eravamo rimaste. Poi, mi licenziai. E non l'ho più rivista. Quella donna dallo sguardo penetrante ma dolce e con addosso i segni di una vita che non ha saputo scherzare. Quella donna dal cappotto di un rosso quasi amaro e dalle mani affusolate. Quella signora, elegante nell'animo, a cui un grazie è assolutamente dovuto.
Mi piace immaginarmela così. Anni fà, con indosso il solito cappotto. Del solito colore. Davanti al mare. Di fronte all'unica cosa, in cui un'anima.. anche la più inquieta.. riesca a perdersi.
Ed è così, che tra le innumerevoli cose, la mente mi torna a quella signora, che conobbi per caso un anno fa, mentre svolgevo un lavoro che non mi piaceva, in un posto che non mi piaceva, con gente che mi piaceva ancora di meno. Ci bastò un sorriso e uno sguardo per capire che nonostante la differenza di età, eravamo fatte della solita fottutissima pasta. Io imprigionata lì dentro, ma con sogni da gigante; lei, probabilmente, in un matrimonio finito da anni ma i sogni, anche se molto tempo prima, erano stati gli stessi. Iniziammo così a chiaccherare come amiche di vecchia data. Dopo qualche giorno tornò anche a trovarmi e riprendemmo da dove eravamo rimaste. Poi, mi licenziai. E non l'ho più rivista. Quella donna dallo sguardo penetrante ma dolce e con addosso i segni di una vita che non ha saputo scherzare. Quella donna dal cappotto di un rosso quasi amaro e dalle mani affusolate. Quella signora, elegante nell'animo, a cui un grazie è assolutamente dovuto.
Mi piace immaginarmela così. Anni fà, con indosso il solito cappotto. Del solito colore. Davanti al mare. Di fronte all'unica cosa, in cui un'anima.. anche la più inquieta.. riesca a perdersi.
domenica 20 giugno 2010
Tra questa moltitudine di stelle.. AUGURI!
"Quando tu sarai vecchia e grigia e piena di sonno e china accanto al fuoco,
tira giù questo libro e lentamente leggilo e sogna del dolce sguardo
che i tuoi occhi ebbero un tempo e delle loro ombre profonde;
quanti amarono i tuoi istanti di lieta grazia e amarono la tua bellezza
con falso e vero amore, ma un solo uomo amò in te l’anima pellegrina
e amò il dolore del tuo mutevole volto, e chinandoti giù verso i tizzoni incandescenti, mormora, un po’ tristemente, quanto amore fuggì e misurò i suoi passi sulle montagne in alto e nascose il suo viso fra una moltitudine di stelle."
(William Butler Yeats)
A te, che sò essere un'anima un pò pellegrina proprio come me.. dedico questo post e ne approfitto per farti tanti tanti auguri di compleanno!! E, scusami ancora una volta, per il ritardo.. ma ho letto solo ieri la mail :)!
tira giù questo libro e lentamente leggilo e sogna del dolce sguardo
che i tuoi occhi ebbero un tempo e delle loro ombre profonde;
quanti amarono i tuoi istanti di lieta grazia e amarono la tua bellezza
con falso e vero amore, ma un solo uomo amò in te l’anima pellegrina
e amò il dolore del tuo mutevole volto, e chinandoti giù verso i tizzoni incandescenti, mormora, un po’ tristemente, quanto amore fuggì e misurò i suoi passi sulle montagne in alto e nascose il suo viso fra una moltitudine di stelle."
(William Butler Yeats)
A te, che sò essere un'anima un pò pellegrina proprio come me.. dedico questo post e ne approfitto per farti tanti tanti auguri di compleanno!! E, scusami ancora una volta, per il ritardo.. ma ho letto solo ieri la mail :)!
sabato 12 giugno 2010
Succede, così..
giovedì 3 giugno 2010
Impropriamente.. normalità.
Una donna passa per caso all’uscio di un uomo conosciuto due sere prima. Le piace, vuole rivederlo. Suona e lui le apre la porta con un bel viso disteso. Lei scopre così che in un sabato qualunque, alle 15.30 circa, quell’uomo sta leggendo un buon libro, in cucina sta preparando un arrosto, pur senza avere ospiti. Rimane ammaliata dalla scena. Perché?
In un mondo caotico, di gente che non sta ferma un attimo, che ha l’ansia da prestazione, in cui stare da soli è impossibile e se lo fosse sarebbe un inferno, scoprire che l’uomo che ti piace se ne sta tranquillo e sereno in casa sua a leggere, e che se gli suoni ti sorride calmo, gioioso, ti fa entrare, non tenta di spogliarti, ti prepara un caffè, ti parla di qualcosa che non sia banale… Ebbene, questo, che qualcuno chiamerebbe impropriamente ‘normalità’, è una scena affascinante. Ciò che di quell’uomo affascina è che sembra sereno, in equilibrio con se stesso.
(Simone Perotti)
In un mondo caotico, di gente che non sta ferma un attimo, che ha l’ansia da prestazione, in cui stare da soli è impossibile e se lo fosse sarebbe un inferno, scoprire che l’uomo che ti piace se ne sta tranquillo e sereno in casa sua a leggere, e che se gli suoni ti sorride calmo, gioioso, ti fa entrare, non tenta di spogliarti, ti prepara un caffè, ti parla di qualcosa che non sia banale… Ebbene, questo, che qualcuno chiamerebbe impropriamente ‘normalità’, è una scena affascinante. Ciò che di quell’uomo affascina è che sembra sereno, in equilibrio con se stesso.
(Simone Perotti)
mercoledì 2 giugno 2010
Le cose importanti..
Le coѕe pιù ιмporтanтι
gιaccιono тroppo vιcιne al pυnтo
dov’è ѕepolтo ιl voѕтro cυore ѕegreтo,
coмe ѕegnalι laѕcιaтι
per rιтrovare υn тeѕoro cнe
ι voѕтrι neмιcι ѕareввero ғelιcιѕѕιмι dι porтar vιa.
e poтreѕтe ғare rιvelazιonι
cнe vι coѕтano per poι
ѕcoprιre cнe la genтe vι gυarda ѕтrano,
ѕenza capιre aғғaттo qυello cнe aveтe deттo,
ѕenza capιre percнè vι ѕeмвrava
тanтo ιмporтanтe da pιangere qυaѕι
qυando lo dιcevaтe.
(ѕтepнen ĸιng)
gιaccιono тroppo vιcιne al pυnтo
dov’è ѕepolтo ιl voѕтro cυore ѕegreтo,
coмe ѕegnalι laѕcιaтι
per rιтrovare υn тeѕoro cнe
ι voѕтrι neмιcι ѕareввero ғelιcιѕѕιмι dι porтar vιa.
e poтreѕтe ғare rιvelazιonι
cнe vι coѕтano per poι
ѕcoprιre cнe la genтe vι gυarda ѕтrano,
ѕenza capιre aғғaттo qυello cнe aveтe deттo,
ѕenza capιre percнè vι ѕeмвrava
тanтo ιмporтanтe da pιangere qυaѕι
qυando lo dιcevaтe.
(ѕтepнen ĸιng)
mercoledì 26 maggio 2010
La fille sur le pont
Adèle: Come facciamo? Ci stringiamo la mano, ci baciamo?
Gabor: Ci dimentichiamo.
Adèle: Non le prometto niente.
(La fille sur le pont - Patrice Leconte)
Gabor: Ci dimentichiamo.
Adèle: Non le prometto niente.
(La fille sur le pont - Patrice Leconte)
giovedì 20 maggio 2010
E' proprio obbligatorio essere eccezionali?
Quando cercare a tutti i costi una soluzione, evidentemente, non è di per sè la soluzione migliore.
Penso capitino un pò a tutti quanti, chi più.. chi meno, quei momenti della vita in cui si sa di dover compiere una scelta. Quei momenti in cui si avverte di essere come arrivati al traguardo finale di una corsa. Applausi o no, vittoria o sconfitta non importa, quello che conta realmente è ciò che volutamente, o con rammarico, o per forza di cose ti lasci alle spalle e ciò che invece sei pronto ad abbracciare. Importa che si chiude un ciclo e si viene proiettati meccanicamente in un altro. Forse migliore, forse peggiore, nessuno può saperlo. E non importa nemmeno quanto tu sia pronto o no a tutto questo. Avviene e basta. Magari in un assolato e afoso pomeriggio d'estate o quando tutto appare gelido e desolato. Tutto dipende terribilmente da te, e dalla strada che deciderai di intraprendere. Ed ecco, che in un attimo ti ritrovi lì, così... tra le mani un futuro ignoto che freme, e in testa i dubbi più atroci e lancinanti, a cui sembra impossibile non solo trovare una soluzione, ma pure dare un ordine anche soltanto apparentemente logico.
Alcune volte, mi piace invece farmi cullare dall'idea che la vita altro non sia che il risultato di contorte, spesso bizzarre congiunzioni astrali. Tutto dipenderebbe, dunque, da quello stramaledettissimo destino, dal quale sembrerebbe non esserci alcuna via di fuga, al massimo soltanto qualche momentanea scappatoia.
Così, almeno pare.
Ho mangiato un pò di pesce e una manciata di pepe nero stasera, il tutto condito da una buona dose di inquietudine. Ma anche questo.. è VITA.
"Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo io ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Quì, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso.
Non sò come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è una cosa spregevole. E' bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà? E' proprio obbligatorio essere eccezionali?"
(Castelli di rabbia - Alessandro Baricco)
Penso capitino un pò a tutti quanti, chi più.. chi meno, quei momenti della vita in cui si sa di dover compiere una scelta. Quei momenti in cui si avverte di essere come arrivati al traguardo finale di una corsa. Applausi o no, vittoria o sconfitta non importa, quello che conta realmente è ciò che volutamente, o con rammarico, o per forza di cose ti lasci alle spalle e ciò che invece sei pronto ad abbracciare. Importa che si chiude un ciclo e si viene proiettati meccanicamente in un altro. Forse migliore, forse peggiore, nessuno può saperlo. E non importa nemmeno quanto tu sia pronto o no a tutto questo. Avviene e basta. Magari in un assolato e afoso pomeriggio d'estate o quando tutto appare gelido e desolato. Tutto dipende terribilmente da te, e dalla strada che deciderai di intraprendere. Ed ecco, che in un attimo ti ritrovi lì, così... tra le mani un futuro ignoto che freme, e in testa i dubbi più atroci e lancinanti, a cui sembra impossibile non solo trovare una soluzione, ma pure dare un ordine anche soltanto apparentemente logico.
Alcune volte, mi piace invece farmi cullare dall'idea che la vita altro non sia che il risultato di contorte, spesso bizzarre congiunzioni astrali. Tutto dipenderebbe, dunque, da quello stramaledettissimo destino, dal quale sembrerebbe non esserci alcuna via di fuga, al massimo soltanto qualche momentanea scappatoia.
Così, almeno pare.
Ho mangiato un pò di pesce e una manciata di pepe nero stasera, il tutto condito da una buona dose di inquietudine. Ma anche questo.. è VITA.
"Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo io ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Quì, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso.
Non sò come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è una cosa spregevole. E' bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà? E' proprio obbligatorio essere eccezionali?"
(Castelli di rabbia - Alessandro Baricco)
sabato 15 maggio 2010
And I’d follow you down that road..
The house she lived in
Is now all we’re left with
It’ll take a lifetime to pay for this
All the nuns were singin
And the crowds were immense......
All the papers wrote it a different way
those known desires
Her first admirers
who claimed that they were her favourite
but I know that it was
me alone she loved
though i still have nothing to show for it
Ain’t no calling you back
I just want you to know
I have your voice in my head and your frame on the wall.
It all went wrong but I wish you could stay with me
Oh, stay with me
Her brother john says
Aint sure if she’s dead
Or just hiding somewhere away from him
we all still remember
that cold december
with your lawn ablaze and you razor blade drawn
ain’t no calling you back
I just want you to know
I have your voice in my head and your frame on the wall.
It all went wrong but I wish you’d have stayed with me
Have stayed with me
Oh love
When it’s cold love
That’s when I know love
That’s when I know
Oh oh oh ohhh
Well now it all gone
I know I’ll see you in the flowers
Now it’s all done
Ya I’ll lay down there for hours
Now it’s all gone
I can see you in the flowers
Oh honey won’t you come home
I’d offer my soul
If I thought it might help at all
If I thought it might help at all
And I’d follow you down that road
If I thought it might help at all
If I thought it might help at all
(The Veils - The house she lived in)
sabato 8 maggio 2010
Me ne andavo così
Era d'estate.
Quando mi ritrovai a navigare in un buio penetrante.
Tra stelle sperse e purpuree farfalle.
Ogni battito di ali sulla mia pelle.
Me ne andavo così,
tra i riflessi argentei di una luna possente,
e tra venti, tessitori di melodie inebrianti.
Correva quella bambina ormai svanita.
Correva in quello spazio alienante.
Poi, come un nemico silenzioso
che sopraggiunge alle spalle per scagliare il colpo finale,
tutto d'un tratto, il risveglio.
Rileggendomi, non ne sono molto convinta.
Quando mi ritrovai a navigare in un buio penetrante.
Tra stelle sperse e purpuree farfalle.
Ogni battito di ali sulla mia pelle.
Me ne andavo così,
tra i riflessi argentei di una luna possente,
e tra venti, tessitori di melodie inebrianti.
Correva quella bambina ormai svanita.
Correva in quello spazio alienante.
Poi, come un nemico silenzioso
che sopraggiunge alle spalle per scagliare il colpo finale,
tutto d'un tratto, il risveglio.
Rileggendomi, non ne sono molto convinta.
mercoledì 5 maggio 2010
martedì 4 maggio 2010
Il vino perduto
Un giorno nell’Oceano (ma ormai
sotto qual cielo non so),
offerta al nulla gettai
di vino raro un pò…
Chi ti volle perduto, liquore?
Obbedii forse all’indovino?
O forse all’ansia del mio cuore
pensando al sangue, versando il vino?
La sua trasparenza usata
riprese il mare come innanzi chiaro
dopo una venatura rosata.
Perduto il vino, ebbre le onde:
vidi slanciarsi nell’aere amaro
le immagini più profonde.
(Il vino perduto - Paul Valèry)
Anatoly Zenkov
sotto qual cielo non so),
offerta al nulla gettai
di vino raro un pò…
Chi ti volle perduto, liquore?
Obbedii forse all’indovino?
O forse all’ansia del mio cuore
pensando al sangue, versando il vino?
La sua trasparenza usata
riprese il mare come innanzi chiaro
dopo una venatura rosata.
Perduto il vino, ebbre le onde:
vidi slanciarsi nell’aere amaro
le immagini più profonde.
(Il vino perduto - Paul Valèry)
Anatoly Zenkov
giovedì 29 aprile 2010
On this harvest moon
Come a little bit closer
Hear what I have to say
Just like children sleepin'
We could dream this night away.
But there's a full moon risin'
Let's go dancin' in the light
We know where the music's playin'
Let's go out and feel the night.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.
When we were strangers
I watched you from afar
When we were lovers
I loved you with all my heart.
But now it's gettin' late
And the moon is climbin' high
I want to celebrate
See it shinin' in your eye.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.
(Neil Young - Harvest Moon)
Pioggia primaverile -
proprio ora le cose
diventano splendide.
(Chiyo-jo)
Hear what I have to say
Just like children sleepin'
We could dream this night away.
But there's a full moon risin'
Let's go dancin' in the light
We know where the music's playin'
Let's go out and feel the night.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.
When we were strangers
I watched you from afar
When we were lovers
I loved you with all my heart.
But now it's gettin' late
And the moon is climbin' high
I want to celebrate
See it shinin' in your eye.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.
(Neil Young - Harvest Moon)
Pioggia primaverile -
proprio ora le cose
diventano splendide.
(Chiyo-jo)
sabato 24 aprile 2010
Sottosopra
E poi ci sono quei momenti direi quasi inebrianti, fatti soltanto di passaggi veloci di luci soffuse.In cui avresti voglia di salire in macchina, far scivolare la testa fuori dal finestrino, abbandonarti alla tagliente brezza primaverile, e andare così... veloce, sfrontata.
E la vita, capovolta, proiettata in faccia.
Oggi, uno di questi.
Ecco perchè amo certe vite sottosopra. Godono di una doppia prospettiva.
E la vita, capovolta, proiettata in faccia.
Oggi, uno di questi.
Ecco perchè amo certe vite sottosopra. Godono di una doppia prospettiva.
venerdì 16 aprile 2010
Strange smile
Sono giorni strani.In realtà, svolgo sempre le stesse identiche cose; ma ho iniziato a respirare profumi nuovi dentro di me.Stò attraversando un periodo di indecisioni e decisioni importanti.Mi hanno sempre accusato di non aver mai trovato poso, ma non sono mai stata attratta dal percorrere vie già delineate e scontate.E' bello perdersi.Per poi ritrovarsi ancora più consapevoli.
Stamani mi sono svegliata con in testa una canzone di un gruppo che adoro, i Lali Puna.E con uno strano sorriso a fior di pelle.
"I said I love the way that you smile, don't
smile whenever I watch you"
(Lali Puna - 40 days)
Stamani mi sono svegliata con in testa una canzone di un gruppo che adoro, i Lali Puna.E con uno strano sorriso a fior di pelle.
"I said I love the way that you smile, don't
smile whenever I watch you"
(Lali Puna - 40 days)
martedì 13 aprile 2010
Another piece
"Chissà quali ricordi si legano alle persone. Quando vai via da un posto, rimangono solo i ricordi che hai lasciato nella vita degli altri. O qualche conto in sospeso. Chissà che ricordo ti lega a me."
Mi riallaccio al post precedente, per parlare di un film che bello o brutto che sia, rimane uno di quelli in cui ti rispecchi, e vederlo diventa come una specie di liberazione. Una catarsi platonica. E'come se, in un certo senso, fosse una proiezione di sè sul monitor di casa, o per lo meno di tutto ciò che si vorrebbe accadesse nella propria vita.
"My blueberry nights", è una continua fotografia. Guardarlo, è come osservare una sequela senza fine di scatti. Scatti in verde e rosso. Scatti offuscati. Scatti improvvisati. Scatti con la coda dell'occhio; senza dubbio i migliori. Spesso si riesce a percepire più in questo modo, che con una visione totale sull'obiettivo. Sono rimasta affascinata dalla fusione dei colori, dalle immagini velate, dalla mano che saluta fuori dal finestrino, come dal sorriso di chi ritrova la persona che aspetta da mesi e dalla musica che accarezza tutto ciò.
Uno di quei film che riguarderesti e riguarderesti. Nonostante il nodo alla gola che sale. Perchè conosci bene il tuo bisogno di attraversare quella strada e senti che ormai il tempo stringe. Del resto non mi dispiacerebbe mangiarmi una fetta di torta ai mirtilli, un domani persa in una qualche parte del mondo.
"A volte gli altri sono per noi come uno specchio che ci definisce e ci dice come siamo fatti. E ogni volta che rifletto, capisco sempre di più che mi piaccio cosi come sono."
Mi riallaccio al post precedente, per parlare di un film che bello o brutto che sia, rimane uno di quelli in cui ti rispecchi, e vederlo diventa come una specie di liberazione. Una catarsi platonica. E'come se, in un certo senso, fosse una proiezione di sè sul monitor di casa, o per lo meno di tutto ciò che si vorrebbe accadesse nella propria vita.
"My blueberry nights", è una continua fotografia. Guardarlo, è come osservare una sequela senza fine di scatti. Scatti in verde e rosso. Scatti offuscati. Scatti improvvisati. Scatti con la coda dell'occhio; senza dubbio i migliori. Spesso si riesce a percepire più in questo modo, che con una visione totale sull'obiettivo. Sono rimasta affascinata dalla fusione dei colori, dalle immagini velate, dalla mano che saluta fuori dal finestrino, come dal sorriso di chi ritrova la persona che aspetta da mesi e dalla musica che accarezza tutto ciò.
Uno di quei film che riguarderesti e riguarderesti. Nonostante il nodo alla gola che sale. Perchè conosci bene il tuo bisogno di attraversare quella strada e senti che ormai il tempo stringe. Del resto non mi dispiacerebbe mangiarmi una fetta di torta ai mirtilli, un domani persa in una qualche parte del mondo.
"A volte gli altri sono per noi come uno specchio che ci definisce e ci dice come siamo fatti. E ogni volta che rifletto, capisco sempre di più che mi piaccio cosi come sono."
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