lunedì 21 giugno 2010

Rossoamaro

Comincio. Anche senza sapere dove arrivare. Lascio correre la tastiera. Le dita vanno e i pensieri anche, ancora più rapidi. Dovessi seguire il loro passo, in realtà, non riuscirei a stargli dietro.

Ed è così, che tra le innumerevoli cose, la mente mi torna a quella signora, che conobbi per caso un anno fa, mentre svolgevo un lavoro che non mi piaceva, in un posto che non mi piaceva, con gente che mi piaceva ancora di meno. Ci bastò un sorriso e uno sguardo per capire che nonostante la differenza di età, eravamo fatte della solita fottutissima pasta. Io imprigionata lì dentro, ma con sogni da gigante; lei, probabilmente, in un matrimonio finito da anni ma i sogni, anche se molto tempo prima, erano stati gli stessi. Iniziammo così a chiaccherare come amiche di vecchia data. Dopo qualche giorno tornò anche a trovarmi e riprendemmo da dove eravamo rimaste. Poi, mi licenziai. E non l'ho più rivista. Quella donna dallo sguardo penetrante ma dolce e con addosso i segni di una vita che non ha saputo scherzare. Quella donna dal cappotto di un rosso quasi amaro e dalle mani affusolate. Quella signora, elegante nell'animo, a cui un grazie è assolutamente dovuto.























Mi piace immaginarmela così. Anni fà, con indosso il solito cappotto. Del solito colore. Davanti al mare. Di fronte all'unica cosa, in cui un'anima.. anche la più inquieta.. riesca a perdersi.

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