giovedì 19 marzo 2015

Se fossi stata quella che so che sarei dovuta essere


Se fossi riuscita ad essere quella che so che dovrei essere ti sarei corsa incontro ad ogni incrocio che ci separava, ti avrei sorriso e forse cercato di comprendere un po' di più.
Ti avrei portato il caffè a letto più spesso, e avrei stretto con più convinzione le mie braccia intorno al tuo collo.

Non mi sarei vergognata di chiederti il perchè di certi comportamenti per paura di rovinare tutto e di risultare pesante.
Avrei litigato.
Si, adesso col senno di poi, ti dico che avrei litigato, e di brutto anche. L'avrei fatto, se solo avessi saputo che sarebbe servito a non mandare a puttane tutto quanto.

Se fossi riuscita ad essere quella che so che dovrei essere ti avrei amato di brutto come forse avevi bisogno di essere amato in quel momento ma purtroppo io non sono questa, ho una corazza che mi nasconde; ho imparato ad amare ma con prudenza, stando attenta a non farmi troppo male.

Se io fossi stata quella che so che dovrei essere chissà come sarebbe andata; me lo chiedo spesso.
Forse sarebbe finita comunque.
Certe storie, d'altra parte, ce l'hanno intrinseca nel DNA l'incapacità di durare perchè se durassero, probabilmente, rischierebbero di essere anche le migliori.
Decisamente troppo belle per durare.

giovedì 5 marzo 2015

Quindi tutto va bene. Decisamente bene.


Sono circa un paio d'ore che mi ritrovo seduta all'interno di un piccolo bar nelle immediate vicinanze del centro di Udine. Si tratta di un localino molto rock'n roll, anche un pò trash che, non a caso, si chiama Rock'n soda.
Lungo le pareti vecchi poster di artisti del calibro dei Pink floyd, dei Rolling stone e dei Metallica. Decine e decine di eccentriche t-shirts acquistate, probabilmente, in giro per concerti pendono invece dal soffitto non troppo alto del locale. Ognuna di un gruppo musicale diverso, qualcuno di mia conoscenza qualcuno mai sentito nominare, alcune autografate altre più anonime.
Nonostante siano appena le undici di un giovedì mattina qualunque sulle bottiglie di vodka e rum, riposte con estrema precisione lungo i ripiani più alti del bar, brillano a intermittenza lucine rosse e verdi, ricreando un po' quell'atmosfera tipica dei locali anni Novanta.
Il soundtrack è accattivante: proprio in questo momento riesco a distinguere la genialità della chitarra elettrica di Jimi Hendrix.
Un juke box. Un juke box, però, sarebbe quello di cui avrebbe bisogno questo posto.
Un gettone inserito, il drink del momento che accompagna la canzone preferita e tutto un'orizzonte a schiudersi davanti.
Perchè tutto può succedere con la complicità di un sorso in più e della propria melodia in sottofondo.
Da lì può scaturire la magia.
Da lì risorgere il coraggio.
Da lì arrivare la fottuta decisione tanto pensata, e chissà per quale paradossale motivo, mai presa.
Da quel connubio può partire il sorriso che ti stravolgerà la vita o te la rovinerà per sempre. Quanto sarebbe bello poterlo sapere in anticipo.
Da lì può tendersi la mano a cui sognavi di aggrapparti da tanto, forse troppo tempo.
E, proprio da lì, puoi iniziare a riflettere. Focalizzare il volto di ogni parente, amico, collega e sentirti comunque solo. Solo col tuo animo senza pace. Solo col tuo piccolo bagaglio di esperienze ma mai sufficientemente pieno da poter dire "ok, adesso mi fermo", perchè sai che, in quel caso, il senso di insoddisfazione rischierebbe di divenire il tuo migliore amico.

Poi, proprio in balia di queste riflessioni, vengo interrotta dalla proprietaria tuttofare.
Una simpatica signora sulla sessantina dai capelli rosso acceso, esageratamente fuori posto, e una bocca avvolta in un rossetto dell'esatto colore dei capelli.
Mentre si avvicina noto un leggero zoppicare e viene spontaneo chiedermi come riesca a fare tutto da sola.
Ci sorridiamo.
Mi chiede con marcato accento friulano se desidero qualcos'altro.
Guardo l'orologio. Quasi mezzogiorno.
Opto per un toast e un succo all'albicocca.
Dopo un quarto d'ora mi ritrovo davanti un hamburger e uno spritz.
Torno a dirmi, stavolta con più convinzione, che evidentemente non riesce a fare tutto da sola, ma in sottofondo c'è "Just in time" di Nina Simone e, se avessi avuto un gettone, avrei proprio scelto lei quindi tutto va bene.

Decisamente bene.