sabato 27 ottobre 2012



Tamara de Lempicka (1898-1980) - Ritratto di M.me Allan Bott (1930)

mercoledì 24 ottobre 2012

Two cups


"Qui alla frontiera cadono le foglie,
e benché i vicini siano tutti barbari e
tu, tu sia a mille miglia di distanza,
sul tavolo ci sono sempre due tazze…"

(Anonimo - Dinastia Tang 618-906)







lunedì 22 ottobre 2012

Indefinitamente

Ci sono immagini, e sapori, e profumi misti a contatti di pelle e a sguardi fugaci, che sono destinati a imprimersi per sempre.

Quella mano stanca che si alzava in cenno di saluto ogni volta che mi allontanavo, il sorriso sbiadito dietro ad un vetro appannato, il gabbiano che tardava a prendere il volo in un freddo pomeriggio di fine aprile. L'alba cristallina dalla camera di un albergo e il tramonto incandescente dalla vetrata di una stazione qualsiasi, in un posto del mondo che non importava quale fosse. Il bacio lanciato dal corridoio prima del sonnellino pomeridiano e le parole di una canzone che risuonano ancora nelle orecchie, sussurrate proprio come la prima volta. Le corse per ripararsi dalla pioggia e l'amarsi ,invece, sotto la neve. La sacralità di certi luoghi. La sedia a dondolo, adesso vuota, che ondeggia ancora tra l'erba umida. Il suono della campanella e, anni dopo, l'articolo che scrivi e che viene pubblicato, facendoti assaporare per qualche minuto cosa significa svolgere una "professione" che piace veramente. L'esplosione di certi abbracci e la potenza di un incontro fortuito capace di deviare il corso degli eventi. Il suono di quel treno che conduceva lontano. E il rombo del motore dell'aereo che, invece, riportava a casa. La prima pagina del giornale del mio compagno di viaggio, sconosciuto e forse sperso quanto me. E l'umanità e la dolcezza nel volto di chi la vita l'ha vissuta e sa bene com'è.


Cose che restano.
Indefinitamente.


giovedì 11 ottobre 2012

Sleepless Nights

Certi giorni non hai bisogno di altro.
Se non di una scala all'aperto. O di un balcone.
Di una sigaretta.
Magari di una birra.
E di tutto te stesso a tenerti compagnia.
Insieme al cielo e all'odore acre della pioggia.
Meglio se di notte.
Ho letto, di recente, in un libro che sono le luci degli ultimi piani, accese ancora a tarda notte, a dover colpire. Perchè, quelle, sono le luci di chi resta sveglio, di chi vive, di chi ama, di chi decide di dedicare le ultime ore (le migliori) a se stesso o ad un amore lontano. Di chi si concentra su un vecchio film o su un buon libro. E di chi non smette mai di nutrirsi delle piccole cose.
Chiunque dovrebbe augurarsi di vivere principalmente di notti.
Profonde e insonni notti.

Hai viso di pietra scolpita



Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l’alba è silenzio.

E sei come le voci
della terra - l’urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo - le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.

Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov’è entrato una volta
ch’era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come al cortile antico
dove s’apriva l’alba.

(Cesare Pavese)

mercoledì 3 ottobre 2012

It's time that we grow old and do some shit


E' strano come certe storie sembrino perfettamente progettate per scivolarti tra le dita. E' nel loro DNA, non puoi farci niente.
Faresti di tutto per fermarle, per sentirti dire ancora una volta un "Ciao, come stai? Ti va un caffe'? Perfetto, allora passo a prenderti domani!", ma poi per chissà quale strano meccanismo o ragionamento inconscio le parole soffocano in gola. Rimane solo un timido gioco di sguardi e un imbarazzo quasi tagliente percepibile a chiunque nel raggio di qualche chilometro.
Così te ne resti lì, disorientato, confuso, quasi privo di sensi. Non capisci più niente, non sai più distinguere il giusto dallo sbagliato, quello che andrebbe fatto da quello da evitare.
Il vero dilemma è se seguire l'istinto e azzardare o rimanere inerme e non rischiare.
La direzione da prendere è offuscata, evanescente, sempre più lontana.
Ti senti come un cieco alla deriva, allacciato ad una notte che probabilmente non incontrerà mai...




All these people drinking lover's spit
They sit around and clean their face with it
And they listen to teeth to learn how to quit
Tied to a night they never met...

You know its time that we grow old and do some shit
I like it all that way
I like it all that way...

All these people drinking lover's spit
Swallowing words while giving head
They listen to teeth to learn how to quit
Take some hands and get used to it...

(Broken Social Scene - Lover's Spit)