domenica 13 marzo 2011

In my darkest night I will be on my own

Certe canzoni, certi testi, li ascolteresti continuamente. Ti entrano dentro e, non c'è niente da fare, iniziano a rappresentare momenti della tua vita. Li ascolteresti in macchina, in metropolitana, nell'mp3 mentre sei in coda ad un semaforo, sul treno con la testa appoggiata al finestrino e lo sguardo lontano. Li ascolteresti prima di dormire, anzi quasi quasi lasceresti inserito il repeat per addormentarti con quel sottofondo e poterti, così, svegliare la mattina cullato da quella stessa melodia. Ci sono testi che è come se ti capissero, come se in un certo senso ti strappassero le parole di bocca, parole che vorresti gridare ad un lui, ad una lei, ad una giornata storta, ad emozioni soffocate, alla pioggia che cade e ad un vento che sbatte un pò troppo forte contro le persiane della finestra. Così in questa domenica uggiosa, Big Chair e buone emozioni a tutti: da ricordare, da rimpiangere, da vivere. Ma pur sempre emozioni.



Now you know that I heart everything about you
And that's why it's quite hard to get through this alone

You're the only one I can talk to about it
In my darkest night I will be on my own

These walls that we climb are hard to recognize
They fall when I say your name

Here we go
Fast and slow
On the big chair

But we don't know
Where we're going
On the big chair

Don't you know it's hard, quite, in the time of confusion
To tell you that I love you

You see it could have been me instead of you
It could have been me if I wanted to
But it wasn't
So we'll have to face the truth

These walls that we climb are hard to recognize
They fall when I say your name

Here we go
Fast and slow
On the big chair

But we don't know
Where we're going
On the big chair

Time to pull the shutters down
Breakin' clouds don't make a sound?

Here we go
Fast and slow
On the big chair

But we don't know
Where we're going
On the big chair

(Big Chair - Travis)

venerdì 11 marzo 2011

Tra numeri, battiti, e aereoporti

Se mi stacco da te, mi strappo tutto: ma il mio meglio(o il mio peggio) ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici e i polmoni):
tra poco atterro a Madrid: (in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali,
gente d’affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e fumano, eccitati,
agitatamente ridendo): vivo ancora per te, se vivo ancora:
(Edoardo Sanguineti)