lunedì 27 febbraio 2012

Good night

It is night. I am alone, and with this verse
I must compose my insipid universe.

(Jorge Luis Borges - The Blind)

martedì 21 febbraio 2012

Bird on a wire

Come un uccello sul filo
Come un ubriaco in un coro di mezzanotte
Ho cercato a modo mio di essere libero.
Come un verme sull’amo
Come un cavaliere in qualche libro antico e fuori moda
Ho conservato i miei brandelli per te.

Se non sono stato giusto
Spero tu possa lasciar correre
Se non sono stato sincero
Spero tu sappia che non mi rivolgevo a te.

Come un bimbo nato morto
Come una bestia col corno
Ho lacerato chiunque cercasse di raggiungermi.
Ma giuro su questa canzone
E su tutto ciò che ho fatto di sbagliato
Che rimetterò ogni cosa a te.

Ho visto un mendicante appoggiato alla sua stampella di legno
Mi ha detto: “Non devi chiedere tanto.”
E una graziosa donna affacciarsi dalla sua porta buia,
Mi ha urlato: “Perché non chiedere di più?”

Come un uccello sul filo
Come un ubriaco in un coro di mezzanotte
Ho cercato a modo mio di essere libero.
(Bird on a wire - Leonard Cohen)

lunedì 6 febbraio 2012

Uno in particolare

Ed entri nella tua stanza e ti siedi su quella sedia di legno, dipinta di bordeaux. Il tuo colore preferito. E davanti c'è quello specchio. E allora, ti viene di domandarti da quanto in realtà non ti guardi più, da quanto non ti piaci e soprattutto da quanto non ti interessa. Eri una bellissima donna. E lo sei ancora. Anzi, adesso di più. Nei tuoi occhi aleggia quella malinconia, quella consapevolezza di come la vita sia, che ti rende ancora più intrigante contro ogni tua intenzionalità. Ricordo quando da piccola ti osservavo metterti il rossetto. A volte rosso, a volte arancio, a volte semplicemente niente. E me ne stavo lì, ad ammirarti in silenzio, appoggiata alla porta di camera. Mi piaceva guardarti. E non me l'hai mai detto, ma credo che, ogni volta, ti accorgessi della mia presenza ma nonostante tutto, facevi finta di niente. Adoravo soprattutto quando raccoglievi i tuoi lunghi capelli biondi e poi indossavi la tua collana preferita. Quella che ti aveva regalato Lui. Il tuo unico lui, nonostante tutto. E adesso è così strano vederti così, ma io sò che sotto i segni indelebili del tempo e sotto quella velata tristezza, hai un ricordo. Uno in particolare, che ti porta ancora a danzare, a piedi nudi, lungo la riva del mare come in quell'agosto di vent'anni fa, in costa Calida.

venerdì 3 febbraio 2012

Q31

Giorno più, giorno meno, è da circa un mese che ho l'auto dal meccanico. Me l'avessero detto un pò di tempo fa, mi sarei disperata all'idea di non poter guidare e di rinunciare, così, alla mia indipendenza. Se c'è una cosa che non mi è mai andata a genio, è quella di sentirmi dipendere da qualcuno come dall'orario di un autobus o di un treno soprattutto per gli spostamenti più banali.
Questo, per lo meno, quello che pensavo non appena lasciata la macchina. Adesso, a distanza di giorni, il mio New Beetle a fronte di una spesa di riparazione eccessiva, è in vendita; ed io ho deciso di optare per una macchina decisamente più agile e soprattutto economica. Una smart. Il contrario, praticamente. E intanto che attendo la chiusura del finanziamento precedente, continuo ad essere a piedi. Ma che bellezza prendere al volo quell'autobus e fare il solito percorso con persone sempre diverse. C'è chi va a scuola, chi in ufficio, c'è la signora anziana che lo prende solo per spostarsi da una fermata all'altra, qualche ragazzo di colore regolarmente seduto agli ultimi posti. Ed io, che attraverso il finestrino appannato, filtro il paesaggio innevato al di fuori.
Dato che la macchina nuova sarebbe già pronta, potrei sollecitare tutto il resto per riuscire ad averla il prima possibile. Ma in fondo tra una settimana parto. E questi ultimi giorni perchè non trascorrerli, ancora una volta, con le cuffie nelle orecchie e perennemente di corsa per non rischiare di dover aspettare il pullman o il treno successivo intanto che ne approfitto per arricchirmi di tutto ciò che gira intorno?

giovedì 2 febbraio 2012

L' incertezza è molto meglio

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

(Amore a prima vista - Wislawa Szymborska, da La fine e l’inizio, Scheiwiller, 1993)