Giorno più, giorno meno, è da circa un mese che ho l'auto dal meccanico. Me l'avessero detto un pò di tempo fa, mi sarei disperata all'idea di non poter guidare e di rinunciare, così, alla mia indipendenza. Se c'è una cosa che non mi è mai andata a genio, è quella di sentirmi dipendere da qualcuno come dall'orario di un autobus o di un treno soprattutto per gli spostamenti più banali.
Questo, per lo meno, quello che pensavo non appena lasciata la macchina. Adesso, a distanza di giorni, il mio New Beetle a fronte di una spesa di riparazione eccessiva, è in vendita; ed io ho deciso di optare per una macchina decisamente più agile e soprattutto economica. Una smart. Il contrario, praticamente. E intanto che attendo la chiusura del finanziamento precedente, continuo ad essere a piedi. Ma che bellezza prendere al volo quell'autobus e fare il solito percorso con persone sempre diverse. C'è chi va a scuola, chi in ufficio, c'è la signora anziana che lo prende solo per spostarsi da una fermata all'altra, qualche ragazzo di colore regolarmente seduto agli ultimi posti. Ed io, che attraverso il finestrino appannato, filtro il paesaggio innevato al di fuori.
Dato che la macchina nuova sarebbe già pronta, potrei sollecitare tutto il resto per riuscire ad averla il prima possibile. Ma in fondo tra una settimana parto. E questi ultimi giorni perchè non trascorrerli, ancora una volta, con le cuffie nelle orecchie e perennemente di corsa per non rischiare di dover aspettare il pullman o il treno successivo intanto che ne approfitto per arricchirmi di tutto ciò che gira intorno?
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