Ed entri nella tua stanza e ti siedi su quella sedia di legno, dipinta di bordeaux. Il tuo colore preferito. E davanti c'è quello specchio. E allora, ti viene di domandarti da quanto in realtà non ti guardi più, da quanto non ti piaci e soprattutto da quanto non ti interessa. Eri una bellissima donna. E lo sei ancora. Anzi, adesso di più. Nei tuoi occhi aleggia quella malinconia, quella consapevolezza di come la vita sia, che ti rende ancora più intrigante contro ogni tua intenzionalità. Ricordo quando da piccola ti osservavo metterti il rossetto. A volte rosso, a volte arancio, a volte semplicemente niente. E me ne stavo lì, ad ammirarti in silenzio, appoggiata alla porta di camera. Mi piaceva guardarti. E non me l'hai mai detto, ma credo che, ogni volta, ti accorgessi della mia presenza ma nonostante tutto, facevi finta di niente. Adoravo soprattutto quando raccoglievi i tuoi lunghi capelli biondi e poi indossavi la tua collana preferita. Quella che ti aveva regalato Lui. Il tuo unico lui, nonostante tutto. E adesso è così strano vederti così, ma io sò che sotto i segni indelebili del tempo e sotto quella velata tristezza, hai un ricordo. Uno in particolare, che ti porta ancora a danzare, a piedi nudi, lungo la riva del mare come in quell'agosto di vent'anni fa, in costa Calida.
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