domenica 27 giugno 2010

Inunqualunquegiorno

C'era la pioggia che scendeva forte, quel giorno. E, ad ogni goccia, l'asfalto si tingeva di un colore quasi argenteo. Ero immersa nel mio cappotto lungo, in un cappello di lana e in un paio di guanti del solito colore. Mi mancava solo l'ombrello. Dalla fretta di uscire, la cosa più utile era ovvio che me la fossi dimenticata. Sbirciai, allora, tra alcune bancarelle sparse qua e là, in cerca di uno nuovo da acquistare. Blu, grigio, rosso, forse verde. Ma alla fine pensai che non era tanto importante il colore e presi così il primo che mi trovai davanti. Tanto, già sapevo che l'avrei dimenticato al primo bar. E' un po' il destino di tutti gli ombrelli quello di essere lasciati in un qualsiasi angolo di un qualunque posto. Quella mattina poi ci si metteva pure un umore particolarmente danzante.
E così, una volta uscita dal locale, mi ritrovai a saltarellare da sotto un terrazzo all'altro per cercare di bagnarmi il meno possibile. Solo dopo alcuni minuti mi ricordai dell'ombrello comprato poco prima. Ma ormai ero lontana. Scossi l'acqua dalla frangetta, ripresi a camminare, sorrisi e mi nascosi dietro una sigaretta. Pioggia o no, c'erano i miei mille desideri ad attendermi all'angolo. E non potevo tardare.

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