giovedì 3 giugno 2010

Impropriamente.. normalità.

Una donna passa per caso all’uscio di un uomo conosciuto due sere prima. Le piace, vuole rivederlo. Suona e lui le apre la porta con un bel viso disteso. Lei scopre così che in un sabato qualunque, alle 15.30 circa, quell’uomo sta leggendo un buon libro, in cucina sta preparando un arrosto, pur senza avere ospiti. Rimane ammaliata dalla scena. Perché?
In un mondo caotico, di gente che non sta ferma un attimo, che ha l’ansia da prestazione, in cui stare da soli è impossibile e se lo fosse sarebbe un inferno, scoprire che l’uomo che ti piace se ne sta tranquillo e sereno in casa sua a leggere, e che se gli suoni ti sorride calmo, gioioso, ti fa entrare, non tenta di spogliarti, ti prepara un caffè, ti parla di qualcosa che non sia banale… Ebbene, questo, che qualcuno chiamerebbe impropriamente ‘normalità’, è una scena affascinante. Ciò che di quell’uomo affascina è che sembra sereno, in equilibrio con se stesso.
(Simone Perotti)

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