giovedì 20 maggio 2010

E' proprio obbligatorio essere eccezionali?

Quando cercare a tutti i costi una soluzione, evidentemente, non è di per sè la soluzione migliore.
Penso capitino un pò a tutti quanti, chi più.. chi meno, quei momenti della vita in cui si sa di dover compiere una scelta. Quei momenti in cui si avverte di essere come arrivati al traguardo finale di una corsa. Applausi o no, vittoria o sconfitta non importa, quello che conta realmente è ciò che volutamente, o con rammarico, o per forza di cose ti lasci alle spalle e ciò che invece sei pronto ad abbracciare. Importa che si chiude un ciclo e si viene proiettati meccanicamente in un altro. Forse migliore, forse peggiore, nessuno può saperlo. E non importa nemmeno quanto tu sia pronto o no a tutto questo. Avviene e basta. Magari in un assolato e afoso pomeriggio d'estate o quando tutto appare gelido e desolato. Tutto dipende terribilmente da te, e dalla strada che deciderai di intraprendere. Ed ecco, che in un attimo ti ritrovi lì, così... tra le mani un futuro ignoto che freme, e in testa i dubbi più atroci e lancinanti, a cui sembra impossibile non solo trovare una soluzione, ma pure dare un ordine anche soltanto apparentemente logico.
Alcune volte, mi piace invece farmi cullare dall'idea che la vita altro non sia che il risultato di contorte, spesso bizzarre congiunzioni astrali. Tutto dipenderebbe, dunque, da quello stramaledettissimo destino, dal quale sembrerebbe non esserci alcuna via di fuga, al massimo soltanto qualche momentanea scappatoia.
Così, almeno pare.

Ho mangiato un pò di pesce e una manciata di pepe nero stasera, il tutto condito da una buona dose di inquietudine. Ma anche questo.. è VITA.























"Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo io ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Quì, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso.
Non sò come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è una cosa spregevole. E' bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà? E' proprio obbligatorio essere eccezionali?"
(Castelli di rabbia - Alessandro Baricco)

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