"Chissà quali ricordi si legano alle persone. Quando vai via da un posto, rimangono solo i ricordi che hai lasciato nella vita degli altri. O qualche conto in sospeso. Chissà che ricordo ti lega a me."
Mi riallaccio al post precedente, per parlare di un film che bello o brutto che sia, rimane uno di quelli in cui ti rispecchi, e vederlo diventa come una specie di liberazione. Una catarsi platonica. E'come se, in un certo senso, fosse una proiezione di sè sul monitor di casa, o per lo meno di tutto ciò che si vorrebbe accadesse nella propria vita.
"My blueberry nights", è una continua fotografia. Guardarlo, è come osservare una sequela senza fine di scatti. Scatti in verde e rosso. Scatti offuscati. Scatti improvvisati. Scatti con la coda dell'occhio; senza dubbio i migliori. Spesso si riesce a percepire più in questo modo, che con una visione totale sull'obiettivo. Sono rimasta affascinata dalla fusione dei colori, dalle immagini velate, dalla mano che saluta fuori dal finestrino, come dal sorriso di chi ritrova la persona che aspetta da mesi e dalla musica che accarezza tutto ciò.
Uno di quei film che riguarderesti e riguarderesti. Nonostante il nodo alla gola che sale. Perchè conosci bene il tuo bisogno di attraversare quella strada e senti che ormai il tempo stringe. Del resto non mi dispiacerebbe mangiarmi una fetta di torta ai mirtilli, un domani persa in una qualche parte del mondo.
"A volte gli altri sono per noi come uno specchio che ci definisce e ci dice come siamo fatti. E ogni volta che rifletto, capisco sempre di più che mi piaccio cosi come sono."
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