Mi sono persa, tra vie che non conosco e a cui mi hai condotto tu per mano; ho lasciato che le emozioni mi piombassero addosso e, questa volta, me le sono vissute fino in fondo, perchè la vita è una sola e persone come te è difficile lasciarle andare come incontrarle.
Non è facile addomesticarci e lo sappiamo bene; del resto siamo fatti della solita fottuta pasta e per questo ci porteremo dentro, per questo continuerò a viaggiare e ogni posto mi ricorderà di noi, e non potrò fare a meno di pensare che se tu fossi lì, insieme a me, ti emozioneresti esattamente delle stesse cose, noteresti le stesse pieghe invisibili di una realtà che invece passa inosservata al più della gente.
Tu non lo sai, ma porto ancora con me i brividi di quella notte, me li sono cuciti addosso come un abito, li sento pesanti dietro il collo, li sento scendere fino alla pancia, mi tengono al riparo ma so anche che non si ripeteranno. E' una guerra continua questo volersi vivere e il sapere di non poterlo fare. E' una guerra in cui mi sento schierata già dalla parte del perdente. E' una guerra senza nè tregua, nè vittoria, che mi sommerge di fronte a questo cielo terso, su questo treno che giunge a te per l'ennesima volta, non sapendo mai se sarà anche l'ultima.
Con te mi sono sentita sole, isola deserta, tempesta, vento avvolgente, adrenalina, raggi di sole dalla finestra di una galera. E, adesso, posso sentire questi brividi quasi evaporare, salire in alto per poi trasformarsi in pioggia metallica che tornerà a scivolare di fianco a me, lungo le crepe di questo finestrino.
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