lunedì 17 gennaio 2011

Sei di sera, occhi lucenti appoggiati ad una sponda del Thames

E' la prima volta che vengo in una metropoli per conto mio. Sono eccitata. Mi sento come quando a quattordici anni, d'estate, prendevo il treno e andavo a Venezia da sola, per passare il pomeriggio in giro per calli e negozi, curiosa del movimento che sentivo intorno, diverso dalla quiete noiosa della mia città.
Ho vent'anni e non soffro ancora d'ansia. Anzi. Posso viaggiare fino a Napoli in autostop o dormire tutta la notte sul pavimento di un treno senza stancarmi e senza sentirmi mai fuori posto.
Sono a disagio solo con i conoscenti, mai con gli sconosciuti. Deve essere questa la gioventù.(..)
Dopo quattro giorni a Londra ho già trovato casa e lavoro, ora voglio usare il tempo che mi rimane prima di iniziare a lavorare per conoscere la città.
Comincio dai musei, così belli che mi fanno piangere. Una sera, all'uscita della Tate Gallery, scrivo una poesia intitolata: "Sei di sera, occhi lucenti appoggiati ad una sponda del Thames". La bellezza di Londra è struggente. Vago per le strade affamata di gallerie, teatri, negozi, bramosa di integrarmi il più in fretta possibile. Ecco cosa mi mancava a Verona, ecco come voglio vivere: senza nessuno che mi conosca e con tanti cinema tra cui scegliere, quartieri da scoprire, parchi, locali, persone di ogni parte del mondo da conoscere.
(Daria Bignardi - Un karma pesante)

















(Londra 2010-2011)

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