domenica 3 gennaio 2010

Domando e mi rispondo

Non mi và di scrivere grandi cose, non stasera almeno. Sono le tre e nonostante domani sia l'unico giorno libero che ho all'interno della settimana, stronza come mi ritrovo, sto già crollando su questa tastiera. Avrei intenzione di scrivere semplicemente la prima cosa che mi passa per la testa, stanotte, come cinque giorni fa, come esattamente anche dieci anni fa, da quando da bambina mi sporsi dalla porta di camera e vidi mancare qualcosa; quel qualcosa o meglio quel qualcuno di cui non avevo mai pensato di poterne fare a meno. Fino a quel momento per lo meno. Da lì salutai i miei sogni, i miei capricci, i miei vizi. Fui catapultata con velocità immensa in quella fase di vita in cui mi trovo tuttora e di cui, adesso, posso ritenermi fiera di farne parte. Parlando appunto con un amico, qualche giorno fa, concordavamo sul fatto che non ci sia soddisfazione maggiore del sapersela cavare da soli, in ogni luogo e in ogni circostanza, per quanto la cosa talvolta possa dimostrarsi ardua da portare avanti.
E così, eccomi quà; più proiettata sui 26 che i 25, con la mia solita faccia da culo, i capelli che hanno rinunciato a trovare poso, o meglio c'ho rinunciato io per loro, e fresca di una seconda iscrizione universitaria, dopo una carriera stroncata subito in partenza alla facoltà di giurisprudenza. Nonostante svariati tentativi e alcuni esami superati, capii fin da subito, o per lo meno non appena mi resi conto che avrei dovuto imparare a memoria più numeri lì che ad una qualunque facoltà scientifica, che non era assolutamente la scelta più congeniale al mio modo di essere e al futuro che avrei voluto. Ed oltre a ciò, eccomi anche con il mio lavoro, grazie al quale posso permettermi di coltivare le mie reali passioni. Quelle piccole cose in grado di farmi sentire viva, di farmi vibrare il cuore e l'anima. Sono le più fugaci, quelle a cui dedico meno tempo, ma di sicuro le più indispensabili.
Facendola breve, e tornando in realtà a quell'unica frase che avrei voluto postare stasera, mi viene da pormi una domanda e di rispondermi anche.
La vita, in fondo che cos'è? Mi vien da dire un'immensa, illusoria cazzata da prendere con filosofia. Estrema filosofia.
I miei complimenti a chi ci riesce.

1 commento:

Andrea La Rovere ha detto...

Non so se qualcuno ci riesce veramente,ma sono amaramente d'accordo con la tua definizione della vita.Non so chi tu abbia perso dieci anni fa,a me è capitato di perdere da un giorno all'altro mio padre quand'ero giovanissimo ed è vero,ritrovarsi soli ti fa dire addio a tanti sogni ma ti dà una marcia in più.Una marcia in più di cui faresti volentieri a meno...Stasera non ho buoni consigli per nessuno,solo tienti stretta i tuoi 26 anni,la tua faccia da culo e la tua vita;che è un'illusoria cazzata,ma è la tua,l'unica. 'notte.