domenica 13 gennaio 2013

Lì c'è una Chevy del '36, dietro c'è posto. Si parte.


Sono quasi le 13. Ho appena tirato fuori qualcosa dal freezer e intanto che aspetto, sto bevendo il secondo caffè in questo straordinario quanto imponente appartamento, sul lungarno, nel pieno centro di Pisa. Purtroppo dalle finestre non si riesce a scorgere il fiume, ma poco importa quando ogni centimetro di ogni parete è ricoperto da vecchie librerie. Ho i romanzi di Kafka sulla sinistra, Victor Hugo dall'altra parte insieme a Stendhal, Flaubert, Rimbaud, Proust e Cèline. Virginia Woolf invece è proprio davanti a me. E chissà quanti altri scrittori non sono ancora riuscita a scovare! Poi c'è la libreria dedicata esclusivamente alla musica classica, gli infiniti cd si alternano alle biografie dei compositori, alcuni dei quali li sto scoprendo proprio attraverso questo soggiorno.
Amo quest'atmosfera, questa ricchezza di pagine, di parole e di pensiero.
Anche in bagno ci sono libri, tra cui quello che sto leggendo proprio in questi giorni. Una guida alla Beat Generation in cui si afferma che "On the road" oltre che il più famoso sia, anche, il libro più brutto di Jack Kerouac. Ognuno pensi quello che vuole, ma quello che più mi ha colpito è stata sicuramente una della frasi iniziali di questo resoconto sugli anni cinquanta:
"Lì c'è una Chevy del '36 con il motore acceso. Jack e Neal stanno parlando e parlando, dietro c'è posto. Si parte."

I temi del viaggio, del fuggire dalla quotidianità e dalle convenzioni, della ribellione e della libertà, d'altronde si sa, sono stati i capisaldi di quel movimento. I beat sono degli incalliti sognatori, spesso sregolati. Passano le loro notti a bere Tokaj Royal Chalica e ad ascoltare Charlie Parker e Thelonious Monk al club Red Drum.
La storia tra Jack e Neal colpisce perfino un musicista di Pomona. Tom Waits dedica, infatti, ai due amici per la pelle una ballata che è un monumento ai due. Narra di viaggi sotto le stelle e di vecchie automobili del '55 che stentano ad arrivare a destinazione. Racconta di essere nato su un taxi in corsa dalle parti di Pomona. Anche Neal sostiene di essere venuto al mondo su una macchina diretta a Los Angeles. Non meraviglia allora che Waits sia riuscito a saltare sulla macchina di Jack e Neal.
La canzone in questione si intitola ovviamente "Jack & Neal" ed è nell'album "Foreign Affairs".

Il mio pranzo intanto si è scongelato e non c'è niente di più piacevole che cucinare con un po' di buona musica in sottofondo. Buon appetito e buon ascolto.



1 commento:

Unknown ha detto...

Questo è quello che più mi ha colpito tra i tuoi scritti degli ultimi mesi, per il riferimento a temi abbastanza profondi, come il viaggio quotidiano, il desiderio di evasione, l'istinto di ribellione capaci di ispirare riflessioni che continuano ad esercitare un grande fascino ed essere di una certa attualità. Brava Ilaria