Sono seduta al solito tavolino, quello vicino alla finestra che si affaccia sulla strada e che per questo mi piace tanto.
E' piena estate, ma con la mente sono tornata un attimo indietro, fino all'autunno di non pochi anni fa. Ricordo ancora l'inconfondibile odore del suo dopobarba, dell'erba appena tagliata e dell'aria quasi aspra della sera. Ero sulle spalle di mio nonno, avevo sei anni e un senso di infinita felicità che, da lassù, mi sembrava quasi di poter toccare con mano.
Adesso sono cresciuta, e certe situazioni è difficile riviverle ma adoro ricordarle. Sono come una lieve danza; girano e rigirano ininterrottamente in testa e basta un nulla, anche un minimo particolare, per farle riaffiorare. Come quel bambino che, poco fà, era seduto vicino a me insieme ai suoi nonni a cui chiedeva di giocare. E per un attimo mi è sembrato come se l'intera bellezza del mondo si stesse schiudendo proprio in quel momento, a pochi centimetri da me.
Ho sorriso, ho tirato giù il mio caffè un pò più amaro del solito, e ho ripreso il discorso da dove lo avevo interrotto. Ma la mente l'ho lasciata ancora un pò lì, sulle sue spalle larghe.. avvolta in quell'inebriante turbinio di felicità, malinconia, sorrisi e foglie autunnali.
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
And though my head my hands my heart are forming
They still feel worlds apart
Berenice
Beneath it all you´re golden
And that´s all I´m feeding on
And though my head my hands are growing colder
We move circles now
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
Berenice
My hands my feet are worn
As much as yours are
Berenice there´s no release at all
That´s not worth dying for
And it´s not for our desires but our design that we all fall apart
Berenice there´s no release at all
It´s worthless crying for
And though my ............ ........´cause we all fall down
( The leavers dance - The Veils :) )
sabato 31 luglio 2010
lunedì 26 luglio 2010
Ti si sta vedendo l'altra
Ti si sta vedendo l'altra.
Somiglia a te:
i passi, la stessa fronte aggrondata,
gli stessi tacchi alti
tutti macchiati di stelle.
Quando andrete per la strada
insieme, tutte e due,
che difficile sapere
chi sei, chi non sei tu!
Così uguali ormai, che sarà
impossibile continuare a vivere
così, essendo tanto uguali.
E siccome tu sei la fragile,
quella che appena esiste, tenerissima,
sei tu a dover morire.
Tu lascerai che ti uccida,
che continui a vivere lei,
la falsa tu, menzognera,
ma a te così somigliante
che nessuno ricorderà
tranne me, ciò che eri.
E verrà un giorno
- perché verrà, sì, verrà -
in cui guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a lei e che la amo:
e vedrai che non sei tu.
(Ti si sta vedendo l'altra - Pedro Salinas)
Somiglia a te:
i passi, la stessa fronte aggrondata,
gli stessi tacchi alti
tutti macchiati di stelle.
Quando andrete per la strada
insieme, tutte e due,
che difficile sapere
chi sei, chi non sei tu!
Così uguali ormai, che sarà
impossibile continuare a vivere
così, essendo tanto uguali.
E siccome tu sei la fragile,
quella che appena esiste, tenerissima,
sei tu a dover morire.
Tu lascerai che ti uccida,
che continui a vivere lei,
la falsa tu, menzognera,
ma a te così somigliante
che nessuno ricorderà
tranne me, ciò che eri.
E verrà un giorno
- perché verrà, sì, verrà -
in cui guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a lei e che la amo:
e vedrai che non sei tu.
(Ti si sta vedendo l'altra - Pedro Salinas)
sabato 24 luglio 2010
Il mio cardiogramma
Sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
(Sotto la pioggia camminava la primavera - Nazim Hikmet)
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
(Sotto la pioggia camminava la primavera - Nazim Hikmet)

domenica 18 luglio 2010
I brividi c'hanno messo un bel pò a scivolare via
Qualche giorno fa camminavo per le vie del centro con un'amica, persa tra chiacchere e qualche sbirciatina alle vetrine, quando ho avuto uno di quegli incontri che senti che ti rimarranno dentro, che in un qualche modo ti segneranno anche negli anni a venire.
E' arrivato in bicicletta, aria apparentemente tranquilla, ma solo apparentemente.. credo. E una maschera trasparente per proteggere la pelle del viso, viva. La vicenda del 29 giugno l'ho seguita da vicino fin da subito, come non si potrebbe del resto. Ma fino ad adesso non mi era mai capitato di imbattermi in qualcuno che ne fosse rimasto così profondamente coinvolto. Quel giovane padre, ne è stato uno dei pochi sopravvissuti e la sua vicenda, pur non conoscendolo personalmente, è stata fin da subito una di quelle che mi ha torturato l'anima. In quella maledetta notte perse la moglie e i due figli. Lui stesso riportò ustioni sul 90 per cento del corpo. L' unico illeso fu il figlio più grande. Mi rimane difficile, quindi, spiegare quello che ho provato trovandomelo di fronte l'altro giorno. Cercava un biglietto di auguri. La commessa gli ha risposto di averli terminati e lui ha sorriso. Ma quanta tristezza nascosta dietro quel sorriso! La gente, mi rendevo conto, non riusciva ad evitare di guardarlo; io l'ho fatto il meno possibile, anzi non l'ho fatto quasi per niente, non volevo disturbarlo. Poi ha ripreso la sua bici e a piedi se ne è andato. L'ho seguito con lo sguardo. Una lacrima è scesa. I brividi, invece, c'hanno messo un bel pò a scivolare via.
E' arrivato in bicicletta, aria apparentemente tranquilla, ma solo apparentemente.. credo. E una maschera trasparente per proteggere la pelle del viso, viva. La vicenda del 29 giugno l'ho seguita da vicino fin da subito, come non si potrebbe del resto. Ma fino ad adesso non mi era mai capitato di imbattermi in qualcuno che ne fosse rimasto così profondamente coinvolto. Quel giovane padre, ne è stato uno dei pochi sopravvissuti e la sua vicenda, pur non conoscendolo personalmente, è stata fin da subito una di quelle che mi ha torturato l'anima. In quella maledetta notte perse la moglie e i due figli. Lui stesso riportò ustioni sul 90 per cento del corpo. L' unico illeso fu il figlio più grande. Mi rimane difficile, quindi, spiegare quello che ho provato trovandomelo di fronte l'altro giorno. Cercava un biglietto di auguri. La commessa gli ha risposto di averli terminati e lui ha sorriso. Ma quanta tristezza nascosta dietro quel sorriso! La gente, mi rendevo conto, non riusciva ad evitare di guardarlo; io l'ho fatto il meno possibile, anzi non l'ho fatto quasi per niente, non volevo disturbarlo. Poi ha ripreso la sua bici e a piedi se ne è andato. L'ho seguito con lo sguardo. Una lacrima è scesa. I brividi, invece, c'hanno messo un bel pò a scivolare via.